Il 2023 è un anno fondamentale per il welfare aziendale: le soluzioni per perfezionarlo
Da qualche anno a questa parte il welfare ha assunto un ruolo centrale nel mondo aziendale, in quanto consente ai collaboratori di trovare un perfetto equilibrio tra vita lavorativa e vita privata e di aumentare il loro potere d'acquisto.
Il miglioramento della qualità della vita lavorativa e di quella privata è uno step in avanti importante per il mondo aziendale in tutti i settori e le filiere produttive.
Molto è stato fatto in tal senso, ma molto ancora si può e si deve fare per proiettare l'Italia ancora più in alto per quanto riguarda il corretto utilizzo dei servizi di welfare aziendale.
Il 2023 rappresenta un anno decisivo per l'Italia, che deve ancora perfezionare e puntellare alcuni aspetti.
Un discorso più approfondito merita il tema dei flexible benefit, cioè benefit flessibili che le aziende possono mettere a disposizione dei loro collaboratori.
Non è una retribuzione vera e propria, ma un beneficio offerto al dipendente che può scegliere tra varie opzioni in base alle proprie necessità.
Pur essendo uno strumento prezioso, ci sono alcune aziende che non li usano. Eppure, i flexible benefit aumentano il potere d'acquisto dei dipendenti, ne migliorano la qualità della vita e consentono di gestire alla perfezione il work life balance. Inoltre, sono validi strumenti per aumentare l'attrattività dell'azienda e la talent retention, cioè la capacità di trattenere i migliori talenti in organico ed evitare che possano andare altrove.
In tale senso si deve migliorare, introducendo questo strumento in tutte le realtà soprattutto nelle PMI e nelle aziende di piccole dimensioni, dove generalmente è poco usato.
Nell'ottica del miglioramento dei servizi di welfare, sarebbe opportuno dare più voce ai dipendenti e ascoltare le loro esigenze. I benefit aziendali sono strumenti di grande valore che fidelizzano i collaboratori e li mettono nelle condizioni di operare al meglio, a beneficio anche della produttività dell'impresa, ma devono essere realmente utili e funzionali.
Non avrebbe senso mettere a disposizione dei benefit aziendali, se poi non vengono usati o se comunque non apportano un miglioramento significativo. Ascoltare meglio e di più i dipendenti è quindi un'altra sfida che le aziende che hanno sposato la politica del welfare devono affrontare e vincere.
Le attività moderne devono inoltre imparare ad essere sempre più flessibili a livello organizzativo nei confronti dei dipendenti. Lo smart working, ad esempio, si è rivelato uno strumento prezioso che è piaciuto molto ai dipendenti.
Tuttavia, con il ritorno alla normalità, molte aziende hanno abbandonato lo smart working che invece potrebbe essere uno strumento utilissimo per venire incontro alle esigenze dei dipendenti.
A proposito di flessibilità organizzativa, tra le soluzioni attualmente al vaglio c'è la settimana lavorativa corta di 4 giorni che, opportunamente collegata con oculati piani di welfare, può ulteriormente migliorare la vita dei collaboratori.
Infine sarebbe opportuno prevedere incentivi e sgravi fiscali per le imprese che fanno welfare in rete, uno step diventato quasi obbligatorio alla luce della digitalizzazione del lavoro, una tendenza che rappresenta non solo il futuro, ma ormai anche il presente.