Messina Denaro: spuntano un amante e un figlio segreto a Campobello
Si torna a parlare di un presunto figlio segreto per il boss Matteo Messina Denaro e anche di una amante che avrebbe convissuto con lui. Sono le ultime indiscrezioni che emergono dalle indagini e dalle perquisizioni che stanno portando avanti magistratura e forze dell'ordine nei covi dove ha vissuto il boss di Castelvetrano. Sembrerebbe che il latitante abbia vissuto per almeno gli ultimi 4 anni a Campobello di Mazara. Tra le ipotesi quella che Messina Denaro abbia vissuto lì dentro con questo ipotetico figlio segreto ed anche con l'amante. Nel corso delle perquisizioni sono stati infatti trovati abiti femminili.
Campobello di Mazara resta l'epicentro delle attivita' degli investigatori. Matteo Messina Denaro avrebbe utilizzato anche un'altra identita', quella di 'Francesco'. Un altro alias, dunque, per il boss che ha usato l'identita' di Andrea Bonafede per sottoporsi alle cure chemioterapiche presso la clinica privata di Palermo. Dal 2019 sembrerebbe che Messina Denaro abbia vissuto nell'abitazione di via San Giovanni e negli ultimi sei mesi in quella di vicolo San Vito, il primo rifugio scoperto dopo la cattura, oggi scandagliato piu' in profondita' dai carabinieri dello Squadrone Cacciatori Sicilia. Due giorni fa era stata ritrovata l'Alfa Romeo Giulietta nera di cui erano state trovate le chiavi nel borsello del boss, al momento dell'arresto avvenuto il 16 gennaio. La vettura e' stata rinvenuta dagli investigatori della polizia a pochi passi dall'abitazione di Giovanni Luppino, l'autista di fiducia di Messina Denaro; lo stesso Luppino ai magistrati avrebbe detto che lo conosceva come 'Francesco'.
E sulle attività criminali del boss, da registrare le dichiarazioni di monsignor Mogavero. "Matteo Messina Denaro è scomunicato. Come si fa a perdonare uno che fa sciogliere un bambino nell'acido? Ha sulla coscienza numerosi delitti efferati". Lo dice, intervistato dal quotidiano La Stampa, monsignor Domenico Mogavero, vescovo emerito di Mazara del Vallo. "In questi nostri ambienti l'omertà ha numerosi volti - ha aggiunto -. Si ritiene di non poter dire no alla mafia per paura, ma anche per intimità. Per una vita trascorsa insieme. Adesso però a prevalere è lo Stato. E spero che a vincere sia la nostra gente affinché esca dalla condizione di terrore. Mi auguro che finalmente possano tutti esultare per l'arresto di Messina Denaro" aggiunge. "Vorrei veder uscire i cittadini nelle piazze per esprimere la soddisfazione di una comunità - conclude il monsignore -. Un no individuale e collettivo alla mafia e a tutti i malavitosi. Non ci vuole tanto coraggio, basta essere coerenti con la propria coscienza. Chi sa parli, dunque. Perché squarciare il velo di silenzio potrebbe far emergere fatti sconosciuti giovando a tante indagini".