Due medici accusati di omicidio colposo, Gip di Vibo Valentia dispone l'archiviazione
Il Gip del Tribunale di Vibo Valentia ha disposto l'archiviazione del procedimento penale che era stato aperto dalla Procura della Repubblica, con l'accusa di omicidio colposo, a carico di due medici, Domenico Pontoriero, di 64 anni, e Anna Furchì, di 60, in servizio, rispettivamente, nel reparto di cardiologia e nel pronto soccorso dell'ospedale di Tropea, in relazione alla morte di una donna di 76 anni, Annunziata Mazzeo, avvenuta nell'ottobre del 2018.
L'anziana era deceduta nella sua abitazione di Zaccanapoli dopo una visita fatta in ospedale per una serie di patologie, a conclusione della quale ne erano state disposte le dimissioni ed il rientro a casa, dove a distanza di qualche ora era sopraggiunta la morte.
Dopo il decesso una parente della 76enne aveva presentato una denuncia alla Procura della Repubblica lamentando una serie di presunte inadempienze da parte di alcuni sanitari dell'ospedale, ed in particolare di Pontoriero ed Anna Furchì, nella valutazione della condizioni cliniche dell'anziana.
La Procura, in relazione alle presunte responsabilità dei due medici chiamati in causa dalla parente dell'anziana deceduta, aveva conferito un incarico di consulenza ad una Commissione medica.
Il Gip, Giorgia Maria Ricotti, ha archiviato il procedimento in accoglimento della richiesta che era stata fatta dallo stesso pubblico ministero, Ciro Luca Lotoro. Nel relativo decreto emesso dal giudice si afferma, tra l'altro, che "dai dati emersi in sede di consulenza è risultato che l'exitus era da considerare come morte improvvisa, non prevedibile, né prevenibile, con esclusione di qualsivoglia profilo di responsabilità da parte dei sanitari che ebbero in cura la paziente e che avevano, invece, serbato una condotta compatibile con le linee guida e le buone pratiche sanitarie".
Domenico Pontoriero è stato difeso dagli avvocati Sandro D'Agostino e Salvatore Lubiana, mentre Anna Furchì si è avvalsa dell'assistenza legale dell'avvocato Giuseppe Rombolà.