Sant'Egidio, alla conferenza di pace Mattarella e Macron: grido per fermare la guerra in Ucraina
La pace in Ucraina è possibile, va cercata con il dialogo e l'impegno di tutti. Ma deve essere una pace giusta, di cui deve essere Kiev a decidere i termini. E fino allora il popolo aggredito ha diritto di difendersi e va sostenuto. Sergio Mattarella ed Emmanuel Macron lanciano il loro 'grido della pace', per stare al titolo scelto per l'annuale conferenza sulla pace promossa dalla Comunità di S. Egidio, a Roma, a cui i due capi di Stato partecipano nel pomeriggio. Un incontro internazionale che vedrà per tre giorni - fino al 25 ottobre - la partecipazione delle grandi religioni mondiali insieme a rappresentanti del mondo della cultura e delle istituzioni, provenienti da oltre 40 Paesi del mondo. Per Mattarella occorre "un impegno collettivo della comunità internazionale che valorizzi il dialogo, i negoziati, il ricorso alla diplomazia in luogo delle armi", perché "non esiste una 'guerra santa'. Deve esistere, invece, una 'pace santa'" e "le guerre hanno un effetto 'domino', moltiplicatore. Le guerre sono contagiose". Tuttavia, avverte il nostro capo dello Stato, non bisogna dimenticare che "la sciagurata guerra mossa dalla Federazione Russa contro l'Ucraina rappresenta una sfida diretta ai valori della pace" e "stravolge le regole, i principi e i valori della vita internazionale". E per questo abbiamo bisogno di "una pace che non ignori il diritto a difendersi e non distolga lo sguardo dal dovere di prestare soccorso a un popolo aggredito". Mattarella viene accolto da un lungo applauso. Anche Macron batte convintamente le mani. Il nostro presidente lo ringrazia e la platea gli rivolge altri applausi. Nelle prime file siedono il presidente della Cei, cardinale Matteo Zuppi, il fondatore di Sant'Egidio Andrea Riccardi e diversi nuovi ministri del governo Meloni: Adolfo Urso, Matteo Piantedosi e il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che assicura: "Lavoreremo sempre insieme all'Unione Europea e alla Nato. Non c'è pace senza giustizia". Poi è il momento del presidente francese, che sale sul palco e annuncia che "c'è una prospettiva di pace. Esiste, esisterà la pace a un certo punto", ma avverte: "Vogliamo che sia il popolo ucraino a scegliere la pace, il momento e i termini della pace". Anche perché"non sono convinto che questa sia la guerra di tutto il popolo russo" e quindi "bisogna parlare al popolo russo, alle coscienze", continua Macron, ammettendo: "Io ce l'ho messa tutta in questi anni per dialogare con il presidente Putin", ma "questa guerra è frutto di un nazionalismo esacerbato alimentato dal potere russo che si è nutrito dell'umiliazione scaturite dalla distruzione dell'impero sovietico". L'appuntamento di della Comunità di S. Egidio proseguirà anche domani e si chiuderà il 25 ottobre, nel pomeriggio con la preghiera per la pace delle religioni al Colosseo, a cui presenzierà Papa Francesco. E proprio il Pontefice oggi, durante l'Angelus, invita i fedeli a "continuare a pregare per l'Ucraina così martoriata" e "a unirvi spiritualmente a questa grande invocazione a Dio".