Regionali, Ignazio Abbate: infrastrutture, prima il recupero e poi le nuove opere
"Infrastruttura: una parola che fa paura a tanti siciliani e che ha dato adito a luoghi comuni e lamentele datate ma pur sempre attuali". Lo afferma in una parte del suo programma elettorale, il candidato alle Regionali Ignazio Abbate. "Che quello delle infrastrutture per la Sicilia sia un problema di antica nascita e difficile soluzione è sotto gli occhi di tutti. Tanto quanto le immancabili promesse che ad ogni campagna elettorale riempiono pagine di giornali e comizi in piazza". Il candidato dell’UdC, Ignazio Abbate ha pensato nel suo programma ad un nuovo approccio, a tratti rivoluzionario, nell’affrontare il dramma delle infrastrutture e dell’isolamento siciliano. Un metodo più concreto, più aderente alle realtà che lasci da parte i sogni, le promesse mai mantenute e le illusioni che esse generano. “Le infrastrutture sono la base per il funzionamento economico, sociale e di vita moderna di ogni territorio. A maggior ragione di un’isola come la nostra. Se il claim del momento, alla luce dei superbonus e del PNRR nazionale, è la ristrutturazione e l’innovazione con interventi di riqualificazione energetica, sismica e sociale, anche nelle infrastrutture occorre dare priorità alla ristrutturazione, rifunzionalizzazione, completamento e manutenzione costante delle opere esistenti. Inutile fare voli pindarici su autostrade, ferrovie e ponti se quel poco che già abbiamo è lasciato al proprio destino. Deteriorato e fatiscente, un disservizio al cittadino quando non direttamente un pericolo per l’incolumità pubblica. Per raggiungere lo scopo sono necessarie maggiori fluidità e velocità dei flussi finanziari, la semplificazione dei meccanismi di gara e di affidamento degli appalti. Nel dettaglio le strade dovranno essere ripulite con interventi straordinari e di somma urgenza, mettendo in sicurezza i cigli per la riduzione del rischio incendi, ripavimentando e potenziando la segnaletica. Un’opera massiccia di ricognizione è indispensabile su tutte le scuole per individuare i punti di criticità su cui intervenire immediatamente. Stesso discorso per gli edifici pubblici. Sulle opere già esistenti, penso ai porti e soprattutto agli aeroporti minori di Comiso e Trapani, bisogna ampliare e modernizzare le aree e le infrastrutture a loro connesse e potenziare anche le tratte delle cosiddette autostrade del mare facendo diventare la Sicilia l’hub del mediterraneo. Abbiamo una posizione geografica che tutto il Mondo ci invidia ma non sappiamo sfruttarla a dovere. Solo partendo da queste basi concrete potremo pensare un domani di programmare e soprattutto realizzare grandi opere infrastrutturali per avvicinare la Sicilia agli standard europei”.