Governo, si moltiplicano gli appelli per fare rimanere Draghi
Il premier Mario Draghi, rientrato ieri dall'Algeria ha da poco lasciato la sua abitazione romana. Oggi è la vigilia del d-day dopo l'avvio della crisi provocata dal non voto di fiducia al Senato sul dl aiuti da parte di M5s e domani si ripartirà proprio da Palazzo Madama per quella che appare la giornata più dura dalla nascita del governo dell'ex banchiere centrale.
Intanto si moltiplicano gli appelli e le prese di posizione a favore del premier. "I consumi rallentano, l'inflazione cresce, il conflitto in Ucraina continua e preoccupa la prospettiva delle restrizioni monetarie. In questo contesto, la crisi politica rischia di ripercuotersi pesantemente su quella economica. Serve, invece, la guida di Draghi e un'azione di governo sempre più efficace per gestire al meglio le risorse del PNRR, la legge di bilancio e le riforme strutturali che il Paese attende". E' quanto afferma il Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, commentando i dati sulla congiuntura diffusi stamattina dalla Confederazione.
"Ieri sera abbiamo superato le 1500 firme, siamo quasi a 1600" per l'appello dei sindaci al premier affinché rimanga in carica, e "probabilmente arriveremo a 2000 prima del discorso del presidente Draghi al Senato". Così Dario Nardella, sindaco di Firenze, in collegamento con Omnibus su La7. "C'è un'adesione larghissima - ha aggiunto - che va da nord a sud, dal centrosinistra al centrodestra, e che nasce da una preoccupazione oggettiva, quella che noi viviamo ogni giorno sul territorio". Per Nardella le tante firme dei sindaci sono "un dato sorprendente, mai vista una cosa del genere: evidentemente c'è un sentimento fortissimo".