Sanità in Sicilia, l'allarme di Dipasquale (PD): mancano i medici di famiglia
“Il Sistema Sanitario della Regione Siciliana sta soffrendo di una grande crisi per quanto riguarda la carenza dei cosiddetti ‘medici di famiglia’ e il rischio è che presto moltissimi cittadini siciliani rischieranno di non avere questa figura medica di riferimento, con tutte le conseguenze facilmente immaginabili: un arresto delle prestazioni sanitarie di base, dalle diagnosi alle cure, passando per le prescrizioni fino al rilascio di certificazioni di carattere medico-legale, oltre alla gestione e al coordinamento del paziente in ambito extra-ospedaliero”. Lo denuncia l’onorevole Nello Dipasquale, parlamentare regionale del Partito Democratico all’ARS, che spiega: “Alcuni studi statistici di qualche anno fa hanno calcolato che in Sicilia già nel 2018 è iniziato un pericoloso calo di personale per pensionamenti che vedrà in quest’anno un picco di 1396 medici di base collocati a riposo e, secondo i dati a disposizione, nel 2028 il numero complessivo dei medici di famiglia andati in pensione sarà di 3250. Il problema è che, a fronte di questi numeri, non corrispondono nuovi ingressi di professionisti. Le borse per il corso di formazione in medicina generale messe a disposizione ogni anno sono circa 1.100 e, nel 2028, in tutta Italia ad essere rimpiazzati saranno quindi 11mila medici, ma il totale dei pensionamenti a quella data in tutto il Paese sarà di quasi 33mila e 400. Un divario enorme tra chi avrà smesso di lavorare e chi comincerà a farlo. In questo quadro è del tutto evidente che le politiche regionali di programmazione sanitaria sono state completamente inadeguate per impedire questo problema che è stato gravemente sottovalutato e a farne le spese saranno gli utenti, i cittadini”.
“Questo meccanismo detto ‘a collo di bottiglia’, infatti - precisa il parlamentare dem - causerà una riduzione impressionante dei medici di base, ognuno dei quali ha un tetto massimo di assistiti fissato a 1.500. Ne consegue che ciò impedirà ai cittadini che vedranno il proprio medico andare in pensione di averne un altro. Quindi rispetto alla sempre maggiore carenza di medici, molti cittadini resteranno senza un importantissimo riferimento per la propria salute. Per questo ho inviato una nota all’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza, per chiedere una deroga al numero massimo di pazienti che può avere in carico un medico di base.
Sarebbe solo una soluzione tampone necessaria per mitigare una situazione già critica. Nel frattempo bisognerebbe già andare oltre avviando tutte le procedure necessarie per immettere nuovo personale nel sistema sanitario regionale”.