Gatta prigioniera in un cinema a Palermo libera dopo 2 settimane
Il gatto nero - che si è scoperto dopo essere per al precisione una gattina - che per quasi due settimane è rimasto "prigioniero" all'interno del cinema King-Eplanet di via Ausonia, a Palermo, finalmente ce l'ha fatta ad uscire, dopo una serie di tentativi andati a vuoto di catturarlo o comunque di metterlo nelle condizioni di uscire.
Nel frattempo, però, la gattina era stata raggiunta a quanto pare dalla sua mamma dentro la sala cinematografica, tra le più note del capoluogo siciliano.Quindi i gatti da catturare erano diventati due. Alcuni giorni fa missione compiuta, anche grazie alla collaborazione di una signora del quartiere che da anni accudisce i randagi della zona. "Dopo che era uscita la notizia dell'ANSA ci era venuta a trovare per due giorni di seguito una signora esperta di gatti con una particolare gabbietta - spiega Giovanni Vitale, responsabile del cinema - ma purtroppo non siamo riusciti a catturarli né a permettere loro di uscire. Poi, grazie alla signora che accudisce questi randagi abbiamo architettato una soluzione perché abbiamo capito che si erano introdotti attraverso una delle prese d'aria all'interno dei bagni. Abbiamo posizionato un tavolo e una scala in modo da permettere alle gattine di trovare, arrampicandosi, la stessa strada dalla quale si erano introdotti e così hanno guadagnato l'uscita, tornando nel loro mondo, che poi è la strada".
In questi quindici giorni, i gestori del cinema si erano dati un gran da fare per far sopravvivere i gattini lasciando acqua e cibo nel locale ogni giorno. "Abbiamo dato acqua e croccantini non davano fastidio - aggiunge Vitale - ma sicuramente in un locale pubblico i gattini non potevano continuare a vivere, nel rispetto anche dei nostri clienti. Durante il giorno non si vedevano mai, poi dalle telecamere ogni tanto vedevamo che andavano in giro. Una volta uno spettatore ci ha raccontato che la gattina era salita su una poltrona, è stata lì ad assistere un po' al film e poi è andata via", conclude Vitale con un sorriso.