Cop26, Draghi: la diplomazia dello scontro non serve a nulla
La diplomazia dello scontro non porta ad alcun risultato. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, durante la conferenza stampa al termine della partecipazione alla Cop26 a Glasgow, rispondendo a una domanda sulle diverse attitudini di alcuni Paesi rispetto all'obiettivo zero emissioni di CO2. "Indubbiamente ci sono comportanti poco coerenti e questo indebolisce la posizione dei Paesi virtuosi. E certamente non credo si ottenga molto in termini di progresso sul cambiamento climatico, indicando Paesi colpevoli e innocenti. Gli innocenti sono pochissimi e i colpevoli tantissimi", ha detto Draghi. "Non e' facendo pressione su questi Paesi che si ottengono risultati. Certamente l'opinione pubblica di questi Paesi fa la loro pressione. Gli attivisti del clima, che non dobbiamo smettere di ringraziare, fanno altrettanto", ha aggiunto il presidente del Consiglio. Parlando dell'India, Draghi ha ricordato che il premier Narendra Modi a Roma, al summit del G20, "e' stato molto aperto per poter cambiare quel linguaggio sulla scadenza del 2050, gran parte di questo risultato e' merito suo" e non si puo' scordare che "nella parte che riguarda la finanza nei lavori del G20 si parla per la prima volta di prezzo del carbone, che e' qualcosa che all'interno dell'Ue abbiamo da tempo" ma in altri Paesi non era previsto. "Le distanze geopolitiche non aiutano ma bisogna essere capaci di superarle. Un grande aiuto lo vedo dalla tecnologia. Per quanto riguarda i paesi a basso reddito gli aiuti finanziari e gli investimenti tecnologici sono quelli fondamentali per lavorare a questo scopo", ha detto Draghi.