Ddl Zan, patto di ferro tra Salvini e Renzi e forse oltre
Non si fidano l'uno dell'altro. Ma in politica diffidare è la regola non certo l'eccezione. Matteo Salvini e l'altro Matteo, Renzi, sono però pronti a scendere a patti. La sponda offerta dal leader di Italia Viva al suo omologo leghista sul ddl Zan è l’ennesima (e tantomeno sarà l'ultima) conferma della “collaborazione” tra i due, che spazia a 360 gradi. Sulla giustizia il leader di Italia viva sembra disponibile a sostenere i referendum leghisti e sul fisco la proposta del renziano Marattin non è invisa al Carroccio. Senza contare la partita più importante: il Quirinale. Renzi ha già anticipato che il suo obiettivo è raggiungere un accordo con la destra per il Quirinale così da avere un Capo dello Stato sostenuto da un consenso «amplissimo».
Una sponda, quella renziana, che per Salvini può rivelarsi utile anche in funzione anti-Meloni. Il rapporto tra il Capitano e la presidente di Fratelli d'Italia ha toccato il livello più basso. Certo più di quando Salvini dopo le politiche decise di dar vita assieme al Movimento 5 Stelle al Governo Conte I. La ragione è scontata. Allora tra i due non c'era rivalità. Nel 2018 la Lega viaggiava con il vento in poppa e nel giro di un anno (alle Europee) sarebbe passata dal 17,4 al 34,3% mentre Fdi ai tempi del governo giallo-verde era fermo a poco sopra il 4%.