La strage di Ustica 41 anni dopo, Mattarella: impegno per la ricostruzione dei fatti
"La strage di quarantuno anni or sono, nel cielo di Ustica, e' impressa nella coscienza degli italiani come una tragedia straziante, che ha strappato alla vita ottantuno persone indifese, che ha gettato in un dolore indicibile i loro familiari, che ha lasciato la Repubblica senza una verita' univoca capace di ricomporre appieno il quadro delle circostanze e dei responsabili". Cosi' in una nota il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. "Nel giorno della ricorrenza il primo pensiero va a coloro che hanno perso genitori, fratelli, sorelle, parenti, amici - aggiunge Mattarella - Il tempo trascorso non sanera' mai la ferita, ma consolida il legame di solidarieta' umana e il sentimento di vicinanza verso chi ha tanto ingiustamente sofferto. Accanto ad esso cresce il senso di riconoscenza per l'impegno civile che i familiari sono stati capaci di esprimere, promuovendo la ricerca della verita' anche di fronte a condotte opache e ostruzionistiche, incoraggiando gli uomini dello Stato che sono stati capaci di compiere passi importanti. La Repubblica sente come dovere inderogabile la permanente espressione della solidarieta' e l'impegno per una piu' completa ricostruzione dei fatti".
"Ustica e' un nome che ogni anno rievoca dolore e indignazione in tutto il Paese. Ma dopo 41 anni, le uniche parole che contano sono verita', conoscenza e trasparenza. Per questo, da inizio legislatura, mi sono impegnata a rendere accessibili gli atti delle Commissioni parlamentari di inchiesta del Senato. E fino ad oggi, sono 134mila le pagine desecretate. Un traguardo importante al quale possiamo e dobbiamo dare un seguito. L'obiettivo e' conoscere tutta la verita' e, finche' non sara' raggiunto, il mio impegno non verra' mai meno, per onorare la memoria delle 81 vittime innocenti e il debito morale che l'Italia ha nei confronti dei loro familiari". Lo ha dichiarato il Presidente del Senato Elisabetta Casellati ricordando la strage di Ustica avvenuta il 27 giugno del 1980.
"A distanza di 41 anni da quel 27 giugno 1980 abbiamo piu' che mai il dovere di ribadire l'impegno permanente ed incondizionato volto ad accertare cause e responsabilita' della strage di Ustica, in cui persero la vita 81 persone. Alcuni tasselli sono oramai acquisiti, e contribuiscono alla definizione di una verita' giudiziaria e storica". Cosi' il presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, in una nota in merito al 41° anniversario della strage di Ustica.
"Ciascuna istituzione deve ora adoperarsi perche' gli altri tasselli emergano e siano posti nel giusto ordine - prosegue Fico - Perche' nonostante il costante impegno dell'associazione dei familiari delle vittime - a cui va il nostro ringraziamento e la nostra gratitudine - quelle responsabilita' non sono state ancora interamente accertate. Ci sono stati depistaggi, omissioni, complicita', complotti posti in essere anche da parte di alcuni settori deviati dell'apparato statale. L'impegno della Camera dei deputati per la verita' e la giustizia su Ustica ed altre pagine oscure della storia repubblicana proseguira', a partire dal lavoro di desecretazione e pubblicazione degli atti delle commissioni parlamentari d'inchiesta".
ASSOCIAZIONE FAMILIARI: DRAGHI AUITI I PM A CHIUDERE LE INDAGINI
"Mi voglio rivolgere al presidente del Consiglio perché, con l'impegno fattivo della nostra Diplomazia, contribuisca davvero all'accertamento della verità, permettendo alla Procura della Repubblica di Roma di concludere le indagini". Lo ha detto Daria Bonfietti, presidente dell'associazione delle vittime della Strage di Ustica, nel suo intervento da Bologna per il 41/o anniversario. "Il presidente emerito Cossiga nel 2007 - ha ricordato - ha affermato che il Dc9 è stato abbattuto dai francesi che volevano colpire il leader libico Gheddafi. Da allora si è aperta una nuova inchiesta che ha per obiettivo individuare i responsabili materiali, chi ha sparato. Dobbiamo avere la consapevolezza che il grande ostacolo alle indagini dei magistrati è costituito dalla distruzione delle prove in Italia, ma soprattutto dalla mancanza di collaborazione internazionale: non abbiamo risposte dettagliate e esaurienti alle rogatorie internazionali". A Draghi, inoltre, "proprio sul terreno cruciale della documentazione, chiediamo anche un vero impegno, un coinvolgimento fattivo, nella attuazione della direttiva Renzi. Anche in questi caso dopo anni di speranze e delusioni, la situazione deve richiedere una vera e definitiva presa di coscienza: la direttiva rischia di naufragare".