Pasqua in mare per pescatori di Mazara, pranzo per sole donne
E' stata una Pasqua lontana dalle proprie famiglie, quella che quest'anno hanno vissuto alcuni dei 18 marinai rimasti sequestrati per 108 giorni in Libia, da settembre a dicembre scorso. Dopo il ritorno del Medinea e dell'Antartide a Mazara del Vallo, lo scorso febbraio quasi tutti i marinai sono tornati a lavorare a bordo dei pescherecci e, visto il lungo periodo di sosta, per le festività pasquali hanno deciso di restare in mare, senza far ritorno a Mazara del Vallo, come è avvenuto quasi tutti gli anni. A terra, nelle case dei pescatori a Mazara del Vallo, per le donne - mamme, moglie, figlie - quella vissuta quest'anno è stata una Pasqua particolare. Lo sa bene Rosetta Ingargiola, 74 anni, mamma di Pietro Marrone, Comandante del "Medinea", il peschereccio attualmente impegnato in una battuta nelle acque tra la Sardegna e la Sicilia: "Per me è stata una festa vuota senza mio figlio - racconta - che ho condiviso soltanto con mia figlia e le mie nipoti, mentre i nostri uomini sono per mare". Per la prima volta in casa Marrone al tavolo per il pranzo si sono sedute soltanto 4 donne: "A casa nostra non era mai capitato", racconta Vincenza, 51 anni, figlia di Rosetta e moglie di Francesco Rifiorito, da 40 giorni anche lui imbarcato, ma stavolta sul peschereccio "Diamante", in battuta di pesca a sud dell'isola di Malta. Alla lontananza dei mariti per mesi le donne dei pescatori sono abituate, ma per le festività è consuetudine che gli equipaggi facciano rientro in porto per poi ripartire dopo il Lunedì dell'Angelo. "Quest'anno è stato diverso" - racconta Antonia Vassallo, 31 anni, sposata con Vito Rifiorito, figlio di Vincenza. Seppur sempre in mare, il giovane ha scelto di lavorare su una piattaforma petrolifera in Israele: "E' andato via a febbraio, l'ultima volta ci siamo sentiti qualche giorno fa e gli auguri ce li siamo fatti in anticipo". La "chioccia" di tutte è nonna Rosetta, che oggi ha preparato il pranzo per quattro. + lei che col mare ci ha convissuto, con gioie e dolori. La morte del figlio Gaspare nel '96 durante il naufragio del "Nuovo Ngiolo" che si inabissò nel mare in tempesta. Poi i momenti difficili vissuti per la prigionia del figlio Pietro in Libia. "La mia famiglia ha vissuto una vita con il mare - spiega - per chi lavora andare in navigazione è tutto, ma per chi rimane a terra è un continuo stare in ansia e preoccupazione". La più giovane al tavolo è Arianna Rifiorito, 26 anni, figlia di Vincenza e nipote di nonna Rosetta. Laureata medico sta seguendo la specialistica in Medicina legale. "Il mare? + come se l'avessi sempre vissuto - racconta la giovane - sin da bambina a casa mia si è respirata l'aria di una casa di pescatori. A papà? L'ho sentito qualche giorno fa al telefono, oggi ho riprovato per fargli gli auguri, ma è in mare aperto e la linea non ha agganciato ?".