L'orrore a Firenze, i cadaveri in valige fatti a pezzi
Massacrata di botte, mentre era distesa a terra, e poi asfissiata: sarebbe morta così, secondo quanto sarebbe merso dall'esame autoptico, la donna fatti a pezzi e ritrovata in una valigia in un campo a ridosso della recinzione del carcere fiorentino di Sollicciano.
L'ipotesi ricostruita dal medico legale è che la donna, di mezza età, deceduta da almeno un anno, sarebbe stata distesa poco prima di morire. Sopra il suo corpo si sarebbe seduto l'assassino, facendo pressione sullo sterno. L'assassino l'avrebbe poi presa a pugni. Sul volto e sulla testa della donna ci sarebbero numerose escoriazioni e contusioni. Diverse le costole fratturate accertate dall'autopsia.Nello stesso terreno a ridosso del carcere di Sollicciano erano state ritrovate altre due valige con resti umani di un uomo di età compresa tra 40 e 60 anni che, sempre secondo quanto accertato dall'autopsia, sarebbe stato ucciso con una coltellata alla gola prima di essere fatto a pezzi, probabilmente con una sega circolare. Ma un segno particolare, un tatuaggio a forma di ancora con due numeri, che l'uomo aveva su un braccio, potrebbe essere uno degli elementi utili ai carabinieri del reparto operativo e del nucleo investigativo di Firenze, coordinati dalla sostituto procuratore Ornella Galeotti, per risolvere il giallo dei due corpi fatti a pezzi.Gli investigatori hanno incrociato questa informazione con quelle contenute nei fascicoli delle persone scomparse. E una pista imboccata conduce poco lontano dal punto in cui sono stati rinvenuti i resti dell'uomo e della donna. All'inizio del novembre del 2015, da Scandicci sparì nel nulla una coppia di albanesi, marito e moglie, giunti in Italia da meno di un mese: Shpetim e Teuta Pasho, 54 e 52 anni. Il 2 novembre 2015 la figlia ricevette una telefonata da un numero anonimo in cui la madre le diceva di non voler rispondere a nessuno. Da allora, nessuna notizia.Fu la figlia Dorina a dare l'allarme sulla loro scomparsa: chiamò la trasmissione 'Chi l'ha visto?' di Rai3 e sui social pubblicò la foto della madre e del padre per cercare aiuto e ritrovarli.Ora il ritrovamento dei due corpi fa supporre che si tratti proprio dei coniugi Pasho. Un altro particolare che non sembra sfuggito agli investigatori riguarda il figlio della coppia: all'epoca della loro scomparsa era detenuto proprio nel carcere di Sollicciano per reati di droga.Shpetim e Teuta Pasho vivevano in Albania e venivano periodicamente in Toscana, dove vivevano i loro figli. Il 4 ottobre 2015 arrivarono in Italia dove trascorsero un mese. Dal 2 novembre 2025, quando la figlia ricevette la telefonata da un numero anonimo in cui la madre le diceva di non voler rispondere a nessuno, nessuna notizia. I due coniugi avevano anche parlato di andare in Germania ma i riscontri non hanno mai dato esito.I resti umani, secondo quanto si appreso, erano avvolti all'interno delle valigie con cellophane e nylon, tutti legati con il nastro adesivo. Proseguiranno anche oggi le ricerche nel campo che confina con il carcere fiorentino per individuare anche una possibile quarta valigia con altre parti di corpi umani. CRO NG01 fbg/mad 160808 DIC 20 Napoli, spaccio di droga per i clan nel Vesuviano ... -2- Fatta luce su cause che portarono a tentato omicidio nel 2006 Napoli, 16 dic. (askanews) - Nello specifico è stata documentata l'esistenza di un'organizzazione di matrice camorristica, attiva nei quartieri "ex lege 219" di Castello di Cisterna e Pomigliano d'Arco, al cui vertice c'era Mascitelli. Un'organizzazione dedita al traffico di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente di varia natura, commercializzati nelle piazze di spaccio con una specifica suddivisione dei ruoli: promotore, affiliati, gestore di piazza, addetti al recupero crediti e pusher. Sono state ricostruite, inoltre, le dinamiche criminali che portarono al ferimento di Roberto Ianuale, figlio di Vincenzo detto 'o' squadrone', elemento di spicco dell'omonimo clan attivo a Castello di Cisterna e comuni limitrofi. Il 26 ottobre 2016, un commando armato composto da quattro persone, a bordo di due autovetture, esplose diversi colpi di arma da fuoco contro l'uomo. Episodio che, secondo gli investigatori, si inquadrava nei contrasti sorti per il controllo del territorio e delle piazze di spaccio tra esponenti del gruppo Mascitelli (nella frangia guidata da Mimmo Capocelli e Giuseppe D'Ambrosio alias 'o' cacaglio') e quelli legati al gruppo Ianuale, attivi nel palazzo Celeste della Cisternina. Nel corso delle indagini sono state sequestrate quattro pistole, un fucile mitragliatore e notevoli quantitativi di hashish e cocaina.