Ndrangheta, 355 rinviati a giudizio nel processo 'Rinascita - Scott'
Sono stati tutti rinviati a giudizio dal gup Claudio Paris i 355 imputati che hanno optato per il rito ordinario nel maxi-processo "Rinascita-Scott", istruito dalla Dda di Catanzaro, diretta da Nicola Gratteri, contro le cosche di 'ndrangheta del Vibonese e i loro sodali, tra i quali esponenti del mondo politico e dell'imprenditoria. Il maxi-processo avrà inizio il 13 gennaio davanti al Tribunale di Vibo Valentia nell'aula bunker allestita nel polo industriale di Lamezia Terme, che a breve verrà ultimata. Sono 89, invece, gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato. Per loro il processo inizierà a Lamezia il prossimo 27 gennaio. Agli imputati rinviati a giudizio si uniranno le posizioni dell'avvocato ed ex parlamentare Giancarlo Pittelli, l'imprenditore Mario Lo Riggio, l'ex sindaco di Nicotera Salvatore Rizzo e l'avvocato Giulio Calabretta, che hanno chiesto il giudizio immediato. Rinviato a giudizio, tra gli altri, anche l'ex consigliere regionale Nicola Adamo accusato di traffico di influenze illecite. Per questo capo di imputazione - in concorso con l'ex consigliere regionale Pietro Giamborino, Giuseppe Capizzi e Filippo Valia - il processo si terrà a Cosenza. Tra gli imputati c'è anche l'ex assessore regionale Luigi Incarnato, e l'ex sindaco di Pizzo, Gianluca Callipo.. Gli imputati dovranno rispondere, a vario titolo, di oltre 400 capi di imputazione, tra i quali associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, tentato omicidio, omicidio, estorsione, detenzione illegale di armi ed esplosivo, ricettazione, traffico di influenze illecite, rivelazione e utilizzazione di segreto d'ufficio, abuso d'ufficio aggravato, traffico di droga. Sono quattro i tronconi principali del processo che impegneranno i giudici, competenti per territorio, di Vibo Valentia, Catanzaro, Cosenza e la Corte d'Assise di Catanzaro per quanto riguarda gli omicidi (il cui processo avrà inizio a febbraio). Per alcuni capi di imputazione il gup Paris ha rimandato gli atti alla procura di Vibo, ritenendosi incompetente.