Legge sul terremoto del '90, Vinciullo: a rischio 13 milioni di euro per Siracusa
Il 31 dicembre 1991 fu approvata la Legge 433 che, nel prevedere “Disposizioni per la ricostruzione e la rinascita delle zone colpite dagli eventi sismici del dicembre 1990 nella provincia di Siracusa, Ragusa e Catania”, stanziava una somma impressionante per tali finalità, 3.870 miliardi di lire, poi ulteriormente incrementata, tanto è vero che, ad oggi, dopo 30 anni, sono ancora disponibili risorse ingenti, non ancora spese. Lo dichiara Vincenzo Vinciullo.
Il 15 ottobre del 2010, la Giunta regionale ha approvato la rimodulazione del piano di riferimento degli interventi finanziati ai sensi della Legge 433/91, togliendo progetti mai diventati esecutivi ed aggiungendone dei nuovi.
Da quella delibera sono passati 10 anni e, giustamente, è iniziata la rimodulazione dei fondi ancora non impegnati e/o non spesi.
Fra i Comuni che spiccano per non avere speso queste risorse e che, quindi, rischiano di perdere i finanziamenti ottenuti nel 2010, o ancora prima, vi è la città di Siracusa che, una volta tanto, si mette in luce e si distingue nel panorama siciliano per avere il primato fra i Comuni inoperosi e nullafacenti.
Vediamo quali sono i finanziamenti a rischio che la Regione Siciliana, di concerto con lo Stato, può togliere al Comune di Siracusa, in sede di rimodulazione dei fondi già assegnati:
1) Centro Operativo Comunale di Protezione Civile (COC) ed Area Attendamenti e Containers.
L’opera finanziata per 7.081.025,89 euro, quando ero Assessore alla Ricostruzione Post Sisma della città di Siracusa, appaltata nel 2012, doveva essere consegnata ai cittadini nel 2015 in quanto di vitale importanza per il nuovo Piano di Protezione Civile e strategica per tutte le operazioni successive ad un eventuale, speriamo mai, disastro naturale e/o ambientale.
A luglio del 2019, ha proseguito Vinciullo, la Regione ha pagato l’ultimo SAL, il 12°, per euro 207.570,91, ma il cantiere continua ad essere abbandonato a se stesso, preda dei vandali e di tutti gli sporcaccioni che lo utilizzano come discarica abusiva.
Siamo con 5 anni di ritardo sulla consegna dei lavori ultimati e l’Amministrazione Comunale del 27 del mese non fa ancora nulla per fare ripartire e quindi consegnare l’opera ultimata.
2) Lungomare Alfeo.
L’opera, finanziata per 2.545.773,72 euro, quando ero ancora Assessore alla Ricostruzione della città di Siracusa, doveva essere appaltata nell’ottobre del 2013.
Sette anni fa, infatti, l’attuale primo cittadino, rispondendo in maniera sarcastica e polemica ad una mia interrogazione parlamentare, la n.1287 del 11/09/13, ebbe a dire alla stampa che i lavori stavano per partire e che mi stavo preoccupando inutilmente.
Ancora, cinque anni dopo, in un articolo pubblicato sul giornale La Sicilia del 7 gennaio 2018, il sindaco, voluto dal CGA, tuonava contro di me, parlando di “strumentalizzazione in malafede” sul Lungomare Alfeo, ma di quale malafede parliamo se ad oggi i lavori, dopo sette anni, non sono ancora partiti?
Sette anni lunghi e disperatissimi per il Lungomare Alfeo a causa di questa Amministrazione che, interessata solo alle cose frivole, trascura le cose importanti.
3) Monastero delle Cinque Piaghe.
I lavori, finanziati per euro 1.549.370,70 ed iniziati quando io ero ancora Assessore alla Ricostruzione Post Sisma della città di Siracusa, non si sono mai conclusi anzi, inspiegabilmente, l’Amministrazione Comunale ha deciso di mettere in vendita l’immobile, nonostante l’art.57 del Codice dei Beni Culturali (Decreto Legislativo 42/2004) e il Regio Decreto n.1089, la cosiddetta “Legge Bottai” ancora in vigore vietino questo tipo di operazione immobiliare.
Su questo finanziamento, poi, in particolare, l’Amministrazione Comunale non ha mai chiarito se intende rinunciarci o destinarlo ai privati acquirenti che così, oltre all’immobile, entrerebbero in possesso anche del finanziamento già concesso.
4) Scuola del Nome di Gesù ed ex Chiesa ed ex Convento di San Domenico.
I lavori, finanziati per 1.807.599,15 ed appaltati quando ero Vicesindaco della città di Siracusa, si sono bloccati inspiegabilmente, tant’è vero che ero stato costretto a presentare l’interrogazione parlamentare n. 1285 del 11/11/2013.
Nel corso di questi lunghissimi 13 anni, più volte ho sollecitato l’Amministrazione Comunale di Siracusa a sbloccare e fare ripartire i lavori.
Al solito, ha continuato Vinciullo, sarcasmo a mai finire, risposte saccenti, inadeguate alle domande poste e, spesso, anche fuori luogo in quanto l’attuale Sindaco forse non sa nemmeno che il bene non è di proprietà del Comune, eppure bisogna ricordare che, dopo l’On. Bufardeci, egli è l’Amministratore più longevo che la città di Siracusa ha avuto, cioè quello che da più tempo occupa una poltrona al Vermexio.
Il Convento e la Chiesa, la scuola e l’ospedale, il Centro Operativo di Protezione Civile e l’Area Attendamenti e Containers, così come il Lungomare Alfeo, rischiano di crollare da un momento all’altro e ora anche di perdere il finanziamento già ottenuto, come è già accaduto alla Caserma Caldieri, nel silenzio complice ed assordante dell’attuale Amministrazione Comunale di Siracusa.
Nel concludere, vorrei ricordare che le somme a rischio sono quasi 13 milioni di euro, per l’esattezza 12.983.769,46 euro e che queste somme, trasformate in lavori pubblici, darebbero lavoro e occupazione a centinaia di siciliani disoccupati.
Può essere che questa Amministrazione Comunale sia così insensibile sia nei confronti dei beni che amministra quanto nei confronti di centinaia di padri di famiglia senza lavoro?
E’ possibile immaginare un percorso per sbloccare queste opere pubbliche, mettendole in salvo e dando lavoro ai siracusani?
Per il settimo anno consecutivo, ha concluso Vinciullo, formulo la stessa domanda, ma non mi aspetto risposta, perché le risposte le danno solo gli uomini e le donne che hanno il coraggio di dimostrare e provare la validità delle proprie azioni.