Ragusa, la situazione contagi Covid sfugge di mano: si chiede zona rossa
Chiudere le scuole di ogni ordine e grado di Ragusa, chiudere gli uffici pubblici avviando totalmente lo smart working, chiudere le ville comunali e attivare una serie di controlli minuziosi in tutta la città per evitare gli assembramenti soprattutto da parte dei giovani. Non c’è più tempo per tergiversare visto il continuo aumento dei casi in provincia e soprattutto nella città di Ragusa, che è la seconda dopo Vittoria con il più alto numero di casi. E’ questa la richiesta che il consigliere comunale Giovanni Gurrieri avanza al sindaco di Ragusa, Peppe Cassì anche alla luce delle numerose persone colpite dal covid e ricoverate nell’ospedale di Ragusa. Gurrieri chiede “l’adozione di provvedimenti straordinari e urgenti per fronteggiare l’aggravarsi della situazione sanitaria a Ragusa”.
E' la cartina di tornasole della situazione che si sta vivendo nel territorio ibleo con oltre duemila positivi al Covid. Ragusa conta oltre 500 contagi, ed è seconda solo a Vittoria, oltre 700, dichiarata zona rossa fino al 17 novembre. Numeri preoccuopanti a Comiso (230 positivi), Modica (208), Pozzallo (75) e Ispica (più di 90 positivi). A Scicli (57 i positivi) scuole chiuse anche nelle frazioni del litorale. Istituti scolastici chiusi per sanificazione anche a Modica e Pozzallo. Una situazione che rischia di mettere in crisi il sistema sanitario ibleo che è stato costretto a fare una repentina retromarcia sul Covid Hospital Paternò Arezzo di Ragusa, svuotato di pazienti, e sul quale si era espresso a suo tempo in maniera favorevole il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì. "Una scelta ragionevole e lungimirante" aveva dichiarato a metà giugno il primo cittadino ragusano. I risultati non sono stati pari alle attese. E, adesso, visti i numeri e le temute criticità del sistema sanitario ibleo, il sindaco Cassì parla di situazione grave e in peggioramento. E c'è anche chi, visto l'andamento del contagio, invoca la zona rossa per tutta la provincia. E' il deputato regionale del PD, Nello Dipasquale, che ha scritto al presidente della Regione, Musumeci, per sollecitare in tempi rapidi questo provvedimento.
Il virus in provincia di Ragusa sembra aver spiazzato i rappresentanti politici che, adesso, invocano il pugno duro dopo le spensierate serate estive e autunnali fatte di spettacoli in piazza, appuntamenti letterari, raduni nelle località di mare, con la semplice formula liberatoria "nel rigoroso rispetto delle norme anticovid".