La morte del sottufficiale a Milazzo, polemiche dei familiari: era senza attrezzatura
E' straziante il dolore dei familiari di Aurelio Visalli, la cui salma si trova nell'aula consiliare del municipio di Milazzo (Me) dove è stata allestita la camera ardente del sottufficiale. Il padre, la madre, il fratello e la moglie si trovano nell'aula, assieme ad altri parenti e amici. La bara è stata avvolta dalla bandiera italiana. Alcune persone hanno lasciato un vessillo della squadra di calcio locale sul feretro. Nel municipio è un via vai di persone, c'è grande commozione.
La procura di Barcellona Pozzo di Gotto ha aperto un'inchiesta sulla morte di Aurelio Visalli, il sottoffuciale di 40 anni, annegato in mare dopo aver salvato un ragazzino che si era gettato in acqua ieri a Milazzo pur essendoci onde alte 7 metri. La procura vuole accertare se al momento del soccorso i militari della Capitaneria erano dotati di tutta l'attrezzatura necessaria.
"Mio cognato poteva essere salvato, ci sono responsabilità molto gravi per le dinamiche con le quali lo hanno costretto ad intervenire e responsabilità dei soccorsi assolutamente in ritardo e inefficaci".
Lo dice il capo dei vigili urbani di Venetico Antonio Crea, cognato di Aurelio Visalli, il sottuficiale della guardia costiera il cui corpo è stato recuperato in mare stamani. "
Faccio queste affermazioni forti - prosegue Crea - perché inizialmente a mio cognato e a due sue colleghi era stato vietato di intervenire con la motovedetta perché il mare non lo consentiva, poi gli è stato chiesto di intervenire da terra ma come potevano farlo senza attrezzatura, non avendo ne giubbotti di salvataggio, né salvagenti, mute, corde o altro? E' stata una follia". "Avevano solo un piccolo salvagente con una cordicella per tirarla ai due giovani. - spiega - Mio cognato tra l'altro era motorista e sotto capo, sicuramente non era compito suo. Nel frattempo uno dei ragazzi è riuscito a tornare a riva mente l'altro attendeva aggrappato ad una boa". L'uomo prosegue: "A questo punto mio cognato e gli altri due nonostante non avessero l'equipaggiamento adatto si sono gettati in mare in mutande togliendosi la divisa per salvarlo". "Ad un certo punto mio cognato è stato investito dalle onde e nessuno lo ha più visto - aggiunge - Nessuno ha tentato di salvarlo nemmeno i suo i due colleghi perché il mare era troppo forte. E dalle 13 alle 19 prima che arrivasse l'elicottero nessuno lo ha cercato veramente. Lo hanno cercato con pochi mezzi, questo anche perché la Capitaneria di Milazzo non era dotata di una nave che potesse affrontare le onde e questo ritengo sia gravissimo, così come non concepisco che ai soccorritori è stato detto di cercarlo dalla spiaggia e a noi familiari non era stato detto nulla e lo abbiamo dovuto apprendere dalla stampa". Per il cognato "ci sono molti punti oscuri in questa vicenda, su come si sono svolte le ricerche che ripeto sono iniziate troppo tardi, pretendiamo chiarezza. Inoltre non capisco perché non si voglia fare l'autopsia e chiudere invece la vicenda così senza fare gli opportuni accertamenti - sostiene - Ora ci hanno promesso i funerali di Stato ma noi vogliamo solo la verità"."La morte del sottufficiale della Guardia costiera Aurelio Visalli, che per salvare una giovane vita ha sacrificato la propria, unisce il Paese in un profondo dolore. Esprimo il mio cordoglio alla famiglia e rendiamo tutti merito al coraggio di un valoroso servitore dello Stato". Così in un post il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.