Disarticolata cosca Perna-Pranno, 21 arresti a Cosenza per 'ndrangheta
Dalla prima mattinata odierna, i militari del Comando provinciale carabinieri di Cosenza stanno dando esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip di Catanzaro su richiesta della Direzione distrettuale Antimafia, nei confronti dei 21 soggetti appartenenti a due diversi gruppi criminali, espressione della storica consorteria mafiosa 'Perna-Pranno' operante in Cosenza, ritenuti responsabili, a vario titolo, di "associazione di tipo mafioso", "associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti", "tentata estorsione", "detenzione e porto illegale di armi da fuoco", "lesioni personali", "ricettazione" e "furto".
Tre episodi estorsivi in danno di altrettante imprese esecutrici dei lavori di ampliamento dell'ospedale dell'Annunziata di Cosenza, di ammodernamento degli impianti di illuminazione del campus dell'Università della Calabria a Rende e delle opere di restauro del convento di San Francesco di Paola, a Spezzano della Sila. Sono le circostanze ricostruite dai carabinieri di Cosenza e che hanno portato all'operazione denominata "Overture" condotta dai carabinieri e coordinata dalla Dda di Catanzaro e all'esecuzione di 15 arresti (due ai domiciliari), e sei obblighi di dimora. Le indagini dei militari hanno ricostruito i movimenti di due gruppi criminali dediti ad attività di estorsione, anche attraverso l'utilizzo di reati contro il patrimonio e la persona, e al traffico e allo spaccio di droga. Nel corso del blitz, sono stati trovati un kalashnikov e otto pistole clandestine e il relativo munizionamento e una carabina ad aria compressa. Documentata anche la riorganizzazione territoriale della cosca "Perna-Pranno" (poi ridenominata "Lanzino-Cicero") e accertata l'operatività del gruppo in città a seguito della scarcerazione di Gianfranco Sganga, ritenuto al vertice del sodalizio criminale. Secondo quanto riferito dagli inquirenti, inoltre, il gruppo attuava un rigido controllo del territorio attraverso furti ai danni di esercenti commerciali ed episodi di minacce e aggressione tra cui quella ad un dipendente delle Ferrovie della Calabria, "colpevole" di atteggiamento poco tolleranti rispetto a condotte illecite di alcuni dei suoi colleghi, i quali avrebbero poi richiesto la "protezione" del clan. Le investigazioni hanno poi consentito di individuare un'altra organizzazione criminale legata da vincoli di parentela con la famiglia Perna, dedita soprattutto allo spaccio di droga attraverso una fitta rete di pusher.