Trascinò con l'auto il cane fino alla morte, scoperto e denunciato a Priolo
E' stato denunciato l'uomo che a Priolo Gargallo, nel Siracusano, il 7 maggio scorso ha barbaramente ucciso il suo cane, incatenandolo al paraurti dell'auto e trascinandolo per chilometri. All'identificazione dell'indagato i carabinieri sono giunti grazie all'immediato intervento dell'Oipa - Organizzazione internazionale protezione animali, che si costituirà parte civile nel processo. L'intervento dell'Oipa è stato possibile, fanno sapere dall'organizazione, a seguito della richiesta di aiuto di un giovane che, in una stradina di campagna, ha visto l'auto che trascinava il cane legato al paraurti per le zampe anteriori. Il ragazzo è riuscito, non senza difficoltà, a fermare l'auto e a far sì che l'uomo alla guida liberasse l'animale, ormai in fin di vita, gettandolo in un fosso ai margini della strada prima di fuggire. L'Oipa ricorda che l'uccisione di animali è un reato, punito dall'articolo 544 bis del Codice penale, che recita: "Chiunque, per crudeltà o senza necessita', cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da 4 mesi a 2 anni". "Si tratta di pene troppo lievi, lo ripetiamo da tempo - commenta il presidente Massimo Comparotto -. Occorre una tutela più incisiva per gli animali, che ancora non ricevono una copertura legislativa diretta non essendo loro riconosciuta soggettività giuridica. Auspichiamo un inasprimento per le pene riguardanti il maltrattamento e l'uccisione di animali, anzitutto per l'esigenza di una loro piena tutela, ma anche perchè studi scientifici attestano la correlazione tra la crudeltà sugli animali e la più generale pericolosità sociale di chi la commette".