Modica, Tribunali siciliani da riaprire: il Ministero pronto ai sopralluoghi
Se il Governo Conte “tiene” è probabile che qualcosa di importante possa accadere nella quasi decennale vicenda della chiusura dei cosìddetti Tribunali minori italiani che potrebbero riaprire se le promesse saranno mantenute. La questione, come è noto, riguarda anche i tre Tribunali siciliani soppressi, vale a dire Modica, Nicosia e Mistretta.
Secondo quanto ha dichiarato il presidente del Coordinamento nazionale dei Tribunali soppressi, Giuseppe Agnusdei, il Ministero della Giustizia sta preparando i sopralluoghi per decidere l’eventuale riapertura dei Tribunali soppressi. Agnusdei, infatti, ha incontrato il sottosegretario alla Giustizia, Vittorio Ferraresi, del Movimento 5Stelle, per ottenere risposte circa l’impegno assunto, il 21 ottobre scorso,
dall’intergruppo parlamentare presieduto da Elisa Scutellà. Il Ministero sta valutando la possibile riapertura di tribunali soppressi laddove sia dimostrata l’utilità di ripristinare gli uffici giudiziari. “Attualmente la vicenda riguardante i Tribunali soppressi nell’ambito della revisione della geografia giudiziaria del 2012 è all’attenzione del Ministero della Giustizia come dell’Intergruppo Parlamentare” conferma a “Nuova Irpinia” Agnisdei - l’argomento costituirà oggetto di approfondimento dopo le incombenze connesse alle attività di verifica all’interno del Governo, approfondimento che probabilmente implicherà sopralluoghi nelle realtà giudiziarie che sono state interessate dalla soppressione”. La novità riguarda i tempi delle verifiche, destinati ad una accelerazione. Sebbene il Coordinamento Nazionale si batta per consentire il recupero di tutti i trenta Tribunali e Procure della Repubblica cancellati con il decreto legislativo 155/2012, gli ispettori del Ministero alla fine proporranno una parziale riapertura dei tribunali soppressi. In Campania l’attesa è riservata alle sedi di Sala Consilina, di Ariano Irpino e Sant’Angelo dei Lombardi. Tutti e tre i Comuni sono pronti a documentare – edifici e carte alla mano – la esigenza di riaprire le sedi giudiziarie soppresse per correggere le “storture” derivate dalla riforma Severino. Ognuno dei tre presidi giudiziari ha prodotto studi analitici sull’efficienza e la funzionalità dei presìdi, che spesso hanno allegato l’alleggerimento dei costi per le utenze e il fitto delle strutture, completamente a carico degli Enti Locali.
Il 30 novembre scorso, a Modica - su invito dell’avvocato Enzo Galazzo, portavoce del Comitato Pro Tribunale di Modica e segretario del Coordinamento nazionale - si sono riuniti i Comitati che si battono per la riapertura dei Tribunali siciliani soppressi e per l’utilizzazione delle strutture giudiziarie esistenti, a cominciare dal Palazzo di giustizia di Modica, chiuso dal 2013 malgrado offra tutte le garanzie di sicurezza nel posto di lavoro, di antisismicità, di parcheggi annessi alla struttura e di baricentricità rispetto al territorio servito che abbraccia Modica, Ispica, Pozzallo e Scicli. Tutti fattori positivi che si contrappongono alle negatività del Palazzo di giustizia di Ragusa, dove sono state accertate delle criticità strutturali che hanno reso necessarie ingenti spese di denaro pubblico per affittare altri locali in grado di ospitare operatori della giustizia e pubblico. Sperpero di denaro pubblico vietato, fra l’altro, dal decreto che stabilisce l’accorpamento di un Tribunale ad un altro.
In Sicilia, tra l’altro, la Regione si è detta ufficialmente disponibile a sostenere le spese di gestione delle sedi soppresse dietro una convenzione con il Ministero della Giustizia. Convenzione che la Regione è pronta a firmare. Malgrado le sollecitazioni dell’assessore Bernadette Grasso, fin dal marzo del 2018, nessuna risposta è arrivata dal Ministero.
A questo punto sarebbe necessaria un’azione comune dei rappresentanti politici del territorio ibleo a fianco dell’impegno profuso, fino ad ora, solo dai parlamentari dei 5Stelle, affinchè i sopralluoghi del Ministero vengano compiuti al più presto. Nel caso di Modica, data per scontata la piena efficienza del Palagiustizia più volte provata, sarebbe utile anche un sopralluogo al Tribunale di Ragusa per accertare eventuali violazioni delle norme di sicurezza nei luoghi di lavoro e, soprattutto, le più volte denunciate carenze strutturali della sede di via Natalelli, dell’immobile che ospita la Polizia giudiziaria e del Palazzo ex Ina dove si sono verificati crolli di calcinacci e allagamenti. E’ chiedere troppo?