Pozzallo, già disponibile l'ultimo libro del giornalista Michele Giardina
"l'Italia devastata da un forte vento di Scirocco", Armando Siciliano editore, è l'ultimo libro di Michele Giardina, giornalista di Pozzallo. Giardina si occupa di stampa, politica e giustizia. Sono i nervi scoperti - come afferma in un suo commento la docente Giuseppina Pavone - nel lavoro di Michele Giardina. In particolare, il mondo dell’informazione in un momento storico come il nostro, che vede nel virtuale la modalità relazionale privilegiata, canale di facilitazione per minare non di rado la libertà di pensiero e di giudizio, con l’unico obiettivo di acquisire consensi, in definitiva indotti, che si costruiscono sulla buonafede di chi (la maggior parte!) è fuori dal ‘palazzo’, ignaro di ciò che si decide nelle segrete stanze (con buona pace della democrazia).
C'è, poi, il problema dell’immigrazione, con inevitabili ricadute su aspetti importanti come la definizione dei profili dell’identità (propria ed altrui) e il concetto di appartenenza, la cui delimitazione, lungi dall’essere chiara e univocamente comprensibile, porta piuttosto, nell’immaginario di molti, a disegnare confini diffusi, fluidi, semi-permeabili, a tratti inesistenti, dando adito ad una gamma di variegati stati d’animo e sentimenti che oscillano dal polo del totale invischiamento emotivo a quello del totale disimpegno; tutto ciò nell’utopica convinzione di un’Europa ‘unita’, nei fatti ben lungi dall’essere tale, almeno fino ad oggi.
E, ancora, le distorsioni perverse del ruolo della Politica, in buona misura generalizzata, laddove sembra affermarsi e confermarsi la convinzione che la ‘morale del politico’ possa (o debba?) differenziarsi dalla ‘morale del comune cittadino’, con attribuzione di una discutibile discrezionalità alla sostanziale dimensione dell’Etica nella responsabilità e nella gestione della Res Publica
Infine, last but not least, il sistema della Giustizia, violato e compromesso nel suo valore simbolico dallo ‘svelamento’ di pratiche relazionali sommerse con cui vengono decise e influenzate nomine e promozioni, sulle quali il ‘velo pietoso’ che nel tempo le aveva celate si assottiglia sempre più, mettendo a nudo la fisionomia di un’area, la Magistratura, che appare non scevra di quei caratteri che al concetto di ‘Casta’ riconducono, tanto da essere a buon diritto definita ‘Super-Casta’; inevitabili le imponenti ricadute negative che disorientano e mettono in discussione il Sistema nella sua globalità, sollevando il discredito su quelle garanzie istituzionali poste, per definizione, a tutela dei diritti delle persone
"Temi importanti - sostiene ancora Giuseppina Pavone - affrontati con grinta, rabbia, pathos e grande sofferenza pure, da un uomo privo di condizionamenti, che ha fatto della libertà di pensiero l’emblema della sua professione e che non si è lasciato sedurre dalle sirene del sistema dei poteri.