Trapani, mafia all'ombra di Matteo Messina Denaro: 9 a giudizio
Sono stati rinviati a giudizio nove dei presunti complici del latitante di mafia Matteo Messina Denaro. Si tratta di alcuni degli arrestati nel blitz antimafia "Pionica" eseguito dai carabinieri del Comando provinciale di Trapani su richiesta dei pm della Dda di Palermo. Il rinvio a giudizio e' stato disposto dal gup di Palermo Filippo Lo Presti su richiesta del pm Gianluca De Leo. In totale furono 18 le persone coinvolte nel blitz, alcuni dei quali hanno chiesto di essere processati con il rito abbreviato. Tra i rinviati a giudizio c'e' invece il boss di Salemi Michele Gucciarci, gia' in carcere in virtu' di una condanna a 17 anni a seguito dell'operazione Ermes, e il presunto capo della famiglia di Vita, Salvatore Crimi, figlio ed erede del capomafia Leonardo Crimi. I due secondo i pm hanno avuto un ruolo centrale nella gestione di una grossa operazione di speculazione immobiliare realizzata attraverso l'acquisto in un'asta giudiziaria di una vasta tenuta agricola di oltre sessanta ettari, in localita' Pionica del comune di Santa Ninfa, e la successiva rivendita alla Vieffe, societa' agricola riconducibile ad imprenditori di San Giuseppe Jato, vicini ad ambienti mafiosi locali. I terreni appartenevano agli eredi degli ex esattori di Salemi: Nino e Ignazio Salvo. Anche per questo il gup ha ammesso tra le parti civili Giuseppa Salvo, moglie di Antonio Maria Salvo (nipote di Ignazio), a cui erano intestati i terreni. Riconosciute come parti civili anche i comuni di Salemi e Castelvetrano, le associazioni Antiracket di Trapani e Alcamo, l'associazione Caponnetto, il Centro studi Pio La Torre e l'associazione La Verita' Vive onlus di Marsala. Il processo iniziera' il prossimo 26 marzo dinanzi ai giudici del Tribunale di Marsala e oltre ai due presunti capomafia di Salemi e Vita saranno imputati Gaspare Gucciardi, Ciro Ficarotta, Leonardo Ficarotta, Paolo Vivirito, Crocetta Asaro, Leonardo Crimi e Tommaso Asaro.