I due ragazzi morti a Catania, uno era una promessa della lotta libera
Uno era una promessa della lotta libera italiana, l'altro, 3 anni, più piccolo, ci provava. Due cugini catanesi, uniti, nella vita, ma anche nella morte. Sono le vittime della tragedia avvenuta ieri pomeriggio prima delle 17 a Catania. Erano in sella ad uno scooter quando sono stati centrati da un'auto. A perdere la vita, Santo Rapisarda, 19 anni, campione di lotta libera e già nazionale azzurro - l’altro, Andrea Zappalà, promettente lottatore, di 16.
L’incidente è avvenuto all’incrocio tra via Palermo e la via Ippolito Nievo, una stradina che collega la stessa via Palermo con la via Carlo Pisacane, a poca distanza da corso Indipendenza. Secondo una prima ricostruzione fatta dalla polizia municipale, che è intervenuta sul posto e c’è rimasta fino a tarda sera per compiere tutti i rilievi del caso, pare che i due ragazzi procedessero a velocità sostenuta e non siano riusciti a frenare quando la Lancia che li precedeva ha svoltato a sinistra, dalla via Palermo, per immettersi sulla via Ippolito Nievo. L’impatto è stato inevitabile. La corsa dello scooter sarebbe poi terminata con violenza contro un muro. Per Santo e Andrea non c'è stato nulla da fare.
Rapisarda è morto all'istante, mentre Andrea durante il trasporto in ospedale.
Santo con i suoi 19 anni, era uno dei più grandi talenti della lotta libera italiana. Tesserato per la Polisportiva Energy Club Catania di via Cordai, allenato dal tecnico Claudio Alonzo, aveva già nel suo palmares titoli italiani e podi nelle più importanti manifestazioni nazionali di lotta e due anni fa aveva anche vestito l’azzurro agli Europei.