La vedova del magnate di Floridia "raggirata"
Si starà rigirando nella tomba il magnate di Floridia, Sebastiano Raeli, morto nel 2010, per una presunta truffa ai danni della moglie Rita, unica erede di un patrimonio inestimabile. A Floridia, il "dottore" lo conoscevano tutti, per la sua ricchezza e per il suo patrimonio. I più anziani lo ricordano per avere donato al Comune di Floridia, 36 tumuli di terra, che dovevano servire per ampliare il cimitero. Un'opera mai portata a compimento. I più giovani ne hanno sentito parlare per la presenza in città di Palazzo Raeli, in piazza del Popolo, che il "dottore", proprietario di una grossa catena alberghiera di Roma, non donò mai, nonostante i vari tentativi. La storia della truffa risale al 2006. Il magnate siciliano donò cento milioni di euro all’università Tor Vergata, destinati alle borse di studio, passando alla storia come tra i più grandi benefattori di un istituto di alta formazione in Italia.
Oggi su quest’atto di donazione si allunga l’ombra di un tentativo di sottrarre il patrimonio alla vedova, da sei anni malata di Alzheimer. Ad architettare la manovra sarebbero stati, secondo la Procura di Roma l’ex rettore dell’ateneo Renato Lauro e il prorettore (nonché docente di diritto commerciale) della medesima università Pietro Masi, accusati di circonvenzione d’incapace per aver convinto la signora, pur sapendola malata, a firmare una serie di atti che hanno concorso a privarla del controllo della gestione delle licenze di sette alberghi posseduti nel centro della capitale, nella zona della stazione Termini. Tra gli hotel, tutti a tre o quattro stelle, i più conosciuti sono l’Archimede di via dei Mille, il Noto di via Calatafimi e il Lux di via Gaeta.
Dopo la chiusura dell’inchiesta disposta dai pm Eleonora Fini e Francesco Marinaro, atto che in genere prelude alla richiesta di rinvio a giudizio, la vicenda è a un punto di svolta. A insinuare il sospetto che Lauro e Masi, fino al 2015 al vertice della Fondazione Sebastiano e Rita Raeli per Tor Vergata, nata per gestire la donazione, abbiano avuto un ruolo attivo nel saccheggio degli immobili e del denaro della vedova ci sono due circostanze. Masi – indagato anche in un altro procedimento con l’accusa di aver favorito una sua assistente aiutandola a vincere un dottorato - è sempre stato un grande amico della famiglia Raeli. Ed è lui che, dopo la morte di Sebastiano, si è occupato dal 2012 di accompagnare Rita a farsi visitare dagli specialisti del centro Alzheimer del policlinico di Tor Vergata. Mentre i risultati degli esami sarebbero stati esaminati da Lauro, rettore dell’università in quegli anni e soprattutto medico chirurgo con specializzazione in geriatria.
Oltre a Masi e Lauro l’inchiesta è sta chiusa anche nei confronti di Marco Tabellini e Federico Lucarelli, perché – secondo i pm – hanno preparato le carte per spogliare la Raeli di ogni bene. Prima le hanno fatto costituire il Dielle Trust, amministrato dai due indagati, dove è confluita la proprietà dei sette alberghi. Poi hanno acquisito il 95 percento delle quote delle licenze possedute dalla signora, attraverso la creazione della società G.A Raeli poi inglobata nella Dielle. Le operazioni sarebbero avvenute con il via libera dei notai Monica Giannotti e Salvatore Mariconda, anche loro indagati insieme con Giampaolo Stoppini, amministratore delegato di G. A. Raeli. Secondo l’accusa, tutte le operazione descritte sono state effettuate con il sostegno dei due docenti universitari. A sollevare il caso è stato, attraverso l’avvocato Adele Giglio, Gilberto De Lucia, fratello di Rita.
Pochi conoscono la storia di Sebastiano Raeli. Figlio di contadini, aveva lasciato Floridia per andare a studiare Medicina a Torino. Consegue la laurea, ma diventa un ginecologo importante quandosi trasferisce a Roma. E' nella capitale che riesce a crearsi un impero. Comincia con gli alberghi. Ne acquista unoa Termini, poi altri 6. Oggi buona parte del suo patrimonio sembra essersi volatilizzato, facendo la fortuna di personaggi che lui riteneva amici.
(Nella foto l'Hotel Archimede a Roma, nel riquadro Palazzo Raeli a Floridia)