Zio e nipote arrestati a Bronte per tentata estorsione aggravata
Ha minacciato con un coltello lungo 40 centimetri uno dei due braccianti incaricati dal proprietario di arare un fondo agricolo di cui si era illegalmente appropriato, che nel 2015 aveva accoltellato e bastonato. E' l'accusa contestata a Biagio Lupica Tondo, di 67 anni, che è stato arrestato dai carabinieri della Tenenza di Bronte, diretta dal luogotenente Giuseppe Amendolia, per tentativo di estorsione aggravata. Per lo stesso reato è stato posto ai domiciliari un nipote dell'uomo, Daniele Lupica Tondo, di 43 anni, che ha fatto dei 'sopralluoghi' e informato lo zio. Nei loro confronti il Gip Giuliana Sammartino ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare su richiesta del procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, dell'aggiunto Ignazio Fonzo, che coordina il dipartimento resti contro persone e patrimonio, e il sostituto Andrea Norzi. Le indagini dei carabinieri sono state avviate dopo la denuncia della vittima che ha raccontato di avere subito minacce e violenze dal 2013 da Biagio Lupica Tondo che nel 2015 lo ha ferito con un coltello all'addome e colpito a bastonate il testa. Per quell'episodio l'arrestato è imputato per tentato omicidio. Al centro delle aggressioni il possesso di un fondo agricolo di 11 ettari destinato al pascolo. Dopo avere rinunciato nel 2015 a portare i suoi animali sul suo terreno per timore di rappresaglie personali, la vittima quest'anno ha deciso di ritornare a utilizzare il fondo, che aveva bisogno di essere arato. Per questo ha incaricato dei lavori un bracciante agricolo che conoscendo la personalità di Biagio Lupica Tondo ha chiesto la presenza di un'altra persona. La vittima ha quindi inviato sul posto un altro bracciante, non italiano. Quest'ultimo è stato minacciato con un coltello e inviato ad andare via da Biagio Lupica Tondo che ha chiesto dove fossero la vittima e il figlio che, ha minacciato, avrebbe ucciso lo stesso giorno rivendicando la proprietà del terreno. I due braccianti sono andati via e la vittima ha denunciato l'accaduto ai carabinieri di Bronte.