All'oncologo di Avola Pietro Caldarella il premio "Laudato Medico"
Ascolto, comunicazione, empatia e sostegno. Ovvero la cura attraverso l’umanizzazione della relazione medico-paziente. Una corretta relazione e comunicazione tra il medico e il suo assistito, come dimostrano studi scientifici, possono potenziare gli effetti delle terapie e favorire la guarigione. L’importanza del rapporto diretto medico-paziente è appunto il tema centrale del “ Riconoscimento Umberto Veronesi al Laudato Medico” istituito nel 2017 da Europa Donna Italia per preservare l’eredità umana dello scomparso oncologo Umberto Veronesi, assegnato in particolare a cinque tre medici e specialisti della categoria senologia che curano pazienti con il tumore al seno. Un premio insomma per quei medici più vicini ai pazienti, scelti da loro stessi, a Milano nella Sala Napoleonica di Palazzo Greppi, dell’Università degli Studi di via Sant’Antonio. Dopo la raccolta di circa 6 mila segnalazioni di pazienti e caragiver sul web, ad ottenere questo speciale riconoscimento “ Laudato Medico” intitolato a Umberto Veronesi, è stato anche il medico –oncologo avolese Pietro Caldarella, 50 anni, che vive da anni a Milano dove lavora nella Divisione di Senologia Chirurgica dell’Istituto Europeo di Oncologia , vide direttore presso lo stesso istituto, chirurgo specializzato per la cura dei tumori della mammella. Gli altri quattro medici specialisti per la cura del tumore al seno premiato sono strati Antonio Cusmai, dirigente dell’ospedale San Paolo di Bari, Angela Vestito, Senologia San Paolo di Bari, Alessia Surgo, Radioterapia dell’Istituto Europeo Oncologia di Milano, e Rosa Giannatiempo, responsabile unità operativa semplice dell’Ospedale Evangelico Betania di Napoli. Medici “ speciali”, quelli premiati a Milano come il dottore Pietro Caldarella, che continuano a portare avanti il messaggio di Umberto Veronesi di riconoscere e dare l’umanizzazione alla medicina, preoccupandosi della comunicazione con il paziente, riconoscendo l’urgenza di curare la persona piuttosto che l’organo. Soprattutto con i pazienti oncologici.
A.D.A.