Mafia dei pascoli, 14 arresti nell'Ennese nel blitz "Nebros II"
Turbativa d'asta aggravata dal metodo mafioso e abuso di ufficio: sono i reati contestati agli indagati nell'ambito dell'operazione "Nebros II", della Guardia di finanza di Enna e coordinata dalla Dda di Caltanissetta. Quattordici gli imprenditori arrestati, sette in carcere e altrettanti ai domiciliari; obbligo di firma per il dirigente pubblico Antonio Consoli, ex direttore tecnico dell'Azienda speciale Silvo-pastorale di Troina (Enna). L'inchiesta ha permesso di accertare l'infiltrazione mafiosa, in particolare della cosca operante nella zona dei Nebrodi, nell'aggiudicazione dei lotti di terreno a pascolo del demanio del Comune di Troina, finalizzata al conseguimento di contributi comunitari nel corso degli anni per importi milionari, che venivano assegnati con trattativa privata e con offerte segrete di aumento anche di pochi euro euro. Le irregolarita' rilevate fanno riferimento a una gara pubblica, bandita nel 2015 dall'Azienda speciale Silvo Pastorale per l'affidamento - mediante licitazione privata con il metodo delle offerte segrete - di sedici lotti da pascolo. I destinatari dei provvedimenti restrittivi hanno ottenuto l'aggiudicazione mediante la presentazione di offerte segrete con aumento anche di un solo euro. Il sistema delle offerte segrete, dunque, avrebbe permesso di pianificare le offerte da parte degli imprenditori agricoli, che grazie alla "connivenza", secondo le accuse, del direttore pro tempore della Silvo-pastorale, riuscivano ad aggiudicarsi i lotti, monopolizzando il sistema. A Consoli e' contestata anche l'accusa di avere favorito l'aggiudicazione dei lotti agli imprenditori, raggiunti oggi dai provvedimenti, eludendo il Protocollo Antoci, che prevede la produzione dell'informativa antimafia in sede di presentazione delle offerte che, invece, veniva richiesta solo dopo la stipula dei contratti. Quando emergeva che alcuni aggiudicatari risultavano, secondo la certificazione antimafia, appartenenti o vicini alla criminalita' organizzata, Consoli non avrebbe avviato la rescissione di contratti. In questo modo i 14 imprenditori agricoli coinvolti nell'operazione, avrebbero percepito indebitamente contributi comunitari per circa 3 milioni di euro. A carico di Consoli e' stato disposto l'obbligo di firma. Cento i militari delle fiamme gialle in azione.
Oltre all'obbligo di firma per il dirigente pubblico, e' stata disposta la custodia cautelare in carcere per Giovanni Foti Gelligambi, di Bronte (Catania), Giuseppe Foti Gelligambi, di San Teodoro (Messina), Sebastiano Foti Gelligambi, San Teodoro, Federica Pruiti di Bronte, Angioletta Triscari Giacucco, di Cesaro' (Messina), Vita Cavallaro, di Bronte, Anna Maria Di Marco, di San Teodoro. Arresti domiciliari per Maria Cantali, di Catania, Silvestra Calderaio, di San Teodoro, Sebastiana Bevacqua, di Tortrici (Messina), Salvatore Lupica Infirri, di Sant'Agata di Militello (Messina), Santo Coma di Bronte, Giuseppe Lupica Infirri, di Tortorici, Salvatore Armeli Iapichino, di Tortorici.