Nuovo ospedale Ragusa, corruzione e frode contestati ai 26 indagati
Falso ideologico commesso da funzionario pubblico e da privato, corruzione, abuso di potere e violazione del dovere, frode nelle pubbliche forniture, interruzione di pubblico servizio. Questi sono i reati contenuti nell'avviso di conclusione indagini notificato a 26 persone - tra dirigenti e tecnici dell'Azienda sanitaria provinciale di Ragusa, collaudatori e responsabili delle ditte impegnate nei lavori di completamento del nuovo ospedale del capoluogo ibleo - coinvolte a vario titolo nelle opere di completamento e nei collaudi relativi all'ospedale "Giovanni Paolo II" di Ragusa e che fanno parte della passata gestione dell'Asp di Ragusa. Aillustrare gli esiti dell'inchiesta, il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Ragusa, il colonnello Giorgio Salerno, assieme al procuratore capo di Ragusa, Fabio D'Anna e il comandante della Compagnia di Ragusa, il capitano Antonio Schiazza. Sono diverse le questioni prese in esame: dalle forniture dei servizi come l'appalto per le pulizie in cui sono emerse delle gravi anomalie, alla quantita' e qualita' dei macchinari forniti, alle certificazioni rivelatesi false o difformi sul corretto funzionamento sia degli impianti delle sale operatorie che degli impianti e dei presidi antincendio. Nelle indagini sono stati coinvolti gli allora i vertici aziendali e tutto il personale a vario titolo interessato dalle certificazioni in merito al funzionamento ed al collaudo. Il comandante provinciale delle Fiamme gialle, Giorgio Salerno, parla di percorso investigativo articolato partito dal dato dell'assunzione di due persone in cambio di un occhio di riguardo sui lavori di pulizia e che ha reso evidente fin dall'inizio, l'approccio della ditta che eseguiva le pulizie. Evidentemente era quello di non adempiere all'obbligo contrattuale rispetto a piano industriale che prevedeva delle condizioni che non c'erano. Da li', mancanza controlli, irregolarita' non contestate e pagamento di somme non dovute. Poi si e' passati ai lavori ed anche in quel contesto gravi irregolarita' e falsi rispetto ad un contesto che pretendeva invece grande attenzione". Fretta di aprire l'ospedale in condizioni di assenza, opere antincendio con falsita' macroscopiche, verifiche su impianti e supporti antincendio che non c'erano. Sale operatorie dove l'aria sporca entrava invece di uscire, falsi collaudi su unita' tecniche di parti vitali, sale operatorie, la terapia intensiva e il blocco neonatale con carenze tecniche di grande peso. Il capitano Antonio Schiazza specifica alcuni elementi sulla corruzione: "Hanno coinvolto anche un collaudatore e il direttore dei lavori ed hanno riguardato la perfetta funzionalita' e collaudo. Il collaudatore esterno all'Asp aveva stretto patto corruttivo con direttore dei lavori con elevazione del compenso da 1.500 a 7 mila euro". L'appalto sulle pulizie era quinquennale e per la prima volta si unificava un unico servizio con un appalto da 32 milioni di euro tenendo presente qualita' del servizio ritenuto piu' meritevole. Ma la realizzazione di quanto contenuto nel progetto non e' stata conforme sia nel monte ore del personale, notevolmente piu' basso carente almeno del 20 per cento e l'assenza dell'80 per cento dei macchinari individuati nel progetto tecnico e che doveva garantire piu' efficace pulizia. Per rilevare lo sporco biologico, a esempio, invece di un macchinario adatto, era una donna che lo misurava 'artigianalmente' con olfatto, vista e fazzoletto di carta. Il valore di maggior costo fatturato e pagato e' di oltre 3,5 milioni di euro. Riferito anche degli impianti certificati, ma inesistenti, realizzati un anno dopo il collaudo ed altri episodi. Il procuratore capo di Ragusa, Fabio D'Anna ha sottolineato le capacita' della Guardia di Finanza "che ha voluto approfondire tutti gli aspetti anche in collaborazione con i tecnici nominati dalla procura e che hanno avuto come principale punto di attenzione la tutela della salute pubblica. Si rischiava di aprire un ospedale con ambienti delicatissimi come quelli delle sale operatorie, contaminati e con il rischio per i pazienti di contrarre infezioni".