Pachino, 13 milioni e mezzo da ripianare e Quartarone invita Bruno a dimettersi
I revisori dei conti hanno riscontrato nel rendiconto di gestione 2017 di un disavanzo di 13 milioni e mezzo, che il Comune di Pachino dovrà ripianare entro l'attuale consiliatura. In poche parole la mancanza di soldi da parte dell'ente ricadrà sulle spalle dei pachinesi, costretti a pagare tributi più pesanti, mentre l'amministrazione Bruno dovrà dare un taglio netto alle spese. Si tratta di una situazione finanziaria critica che arriva come un fulmine a ciel sereno in un città alle prese non solo con la crisi finanziaria, ( lo scorso anno è stato votato il piano di riequilibrio), ci sono anticipazioni di cassa per 10 milioni di euro con una banca locale, ma anche in attesa di un'indagine coordinata dal prefetto di Siracusa su presunte infiltrazioni mafiose. Su questo punto, non si è a conoscenza se il rappresentante del governo ha inviato gli atti al Viminale.
Tornando al disavanzo, la giunta Bruno dovrà adottare una delibera per ripianare il debito, aumentando le entrate o diminuendo le spese. In questa seconda ipotesi significherebbe che i servizi verrebbero ridotti al lumicino. Ma servirà anche il voto del consiglio comunale, dove la maggioranza ha i numeri soltanto in periodi alterni.
" Ci mancava solo questo - dice il consigliere di opposizione, Corrado Quartarone - ora il disavanzo di amministrazione può anche essere ripianato negli esercizi successivi considerati nel bilancio di previsione, in ogni caso non oltre la durata della consiliatura che termina nel maggio del 2019, tranne che vi siano colpi di scena. Tutto ciò è l'ennesima riprova dell'incapacità di amministrare Pachino. Il sindaco Bruno dovrebbe dimettersi per dignità. Lui in campagna elettorale aveva sbandierato ai quattro venti che avrebbe sistemato i conti economici del Comune di Pachino. La realtà oggi è un'altra: ci troviamo con un Ente deficitario, tant'è che i revisori scrivono che sono stati superati 7 parametri su 10 (criticità). Se non si dà esecuzione alla vendita del patrimonio immobiliare, così come è stato approvato nel piano di riequilibrio, sarà il dissesto".