Associazioni dei consumatori bocciano la chiusura domenicale
Codacons, Unione difesa dei Consumatori, Unione nazionale consumatori e Altroconsumo bocciano le proposte di legge sulla chiusura domenicale degli esercizi commerciali. "Siamo assolutamente contrari", e' il coro unanime delle associazioni di categoria dei consumatori, in audizione oggi in commissione Attivita' produttive della Camera. "Siamo totalmente contrari, e' una normativa dannosa per i lavoratori e per i consumatori. Il diritto al riposo settimanale e' sacrosanto, ma gia' la normativa attuale lo tutela, e il lavoro domenicale prevede una maggiorazione del 30% e del 50% nei festivi". Quindi, le nuove norme rappresenterebbero "un danno non solo per i consumatori, che tuteliamo, ma per l'economia stessa e per i lavoratori", spiegano i rappresentanti del Codacons. Inoltre, con lo stop alle liberalizzazioni introdotte dal governo Monti, "il rischio e' che si favorirebbe l'acquisto on line e sarebbe un vero danno all'economia italiana perche' la maggior parte delle e-commerce hanno sede in altri paesi e quindi il fatturato non andrebbe all'Italia. Ad esempio Amazon ora garantisce addirittura la consegna in giornata e noi cosa facciamo? Chiudiamo la domenica?". Al contrario, se davvero si vuole intervenire, per Codacons, "andrebbe colpito il lavoro nero, quei lavoratori domenicali che non sono tutelati. Non riusciamo a comprendere i motivi della chiusura domenicale". Anche l'Unione per la difesa dei consumatori boccia le proposte all'esame della commissione: "siamo contrari alla chiusura domenicale. Cosi' si limita di molto la possibilita' del consumatore nello scegliere e ponderare i propri acquisti". Una contrarieta' che si basa anche sulla valutazione dei dati, ad esempio quelli dell'Istat: "ci sono 19 milioni e mezzo di persone che acquistano nei centri commerciali la domenica, e di questi 12 milioni acquistano nella grande distribuzione. Questo vuol dire far girare l'economia. Gia' ci troviamo in una fase di forte diminuzione dei consumi, se andiamo ad impattare anche sull'opportunita' di fare acquisti la domenica o nelle festivita' si fa un danno enorme". per non parlare del dato relativo all'occupazione: "sono oltre 500 mila i lavoratori domenicali, la maggioranza sono donne e giovani sotto i 30 anni. Se limitate l'apertura la domenica una fetta di questi avra' difficolta' lavorative. Pensate che con la chiusura domenicale non si riduca il lavoro? Secondo noi sono provvedimenti che oltre a minare la tutela del consumatore minano anche l'aspetto del lavoratore".
L'Unione nazionale consumatori esprime una "forte contrarieta' a ogni modifica dell'attuale normativa. Le persone che acquistano la domenica sono circa 12 milioni, e sono quasi 5 milioni gli italiani che lavorano la domenica, di questi il 30% lavora nel commercio". Non solo: la domenica, preceduta solo dal sabato, "e' il secondo giorno per incassi settimanali, circa l'80% in piu' di quanto si incassa in un altro giorno della settimana e non si recupererebbe in altri giorni". In piu', visto il "quadro delle vendite stagnante, il contraccolpo sull'economia sarebbe molto evidente. La tutela del lavoro e' sacra, ma nulla ha a che vedere con le aperture domenicali dei negozi, semmai bisognerebbe intervenire a favore della tutela dei lavoratori in nero. Ad oggi un lavoratore domenicale viene pagato il 30% in piu', spesso l'80% in piu' per accordi specifici". infine, con la chiusura dei piccoli negozi non ha nulla a che vedere, queste sono successive alla crisi del 2017, non ha a che fare con le aperture domenicali". Infine, Altroconsumo si dice "pienamente d'accordo con le altre associazioni di categoria. Siamo contrari a queste proposte di legge, siamo favorevoli da sempre al processo di liberalizzazione che e' stato un volano sulla libera concorrenza, un respiro all'economia. Ci sembra una misura anacronistica che danneggia i consumatori, priva di giustificazioni economiche: non e' con la chiusura domenicale che si riescono a sanare le criticita' dei piccoli e medi esercizi commerciali causate dalla crisi economica, che ha radici piu' in la' nel tempo". Anche per Altroconsumo "e' innegabile e inarrestabile lo sviluppo dell'e-commerce e imponendo con la legge la chiusura di domenica e nei festivi i consumatori non e' che andranno ad acquistare nel piccolo negozio, bensi' si rivolgeranno all'on line. La liberta' di apertura verrebbe sostituita con l'obbligo di chiusura: attualmente non c'e' alcun obbligo di aprire la domenica ma e' nella facolta' di scelta del commerciante. Insomma, queste proposte vanno a danno dei consumatori, sono antistoriche e antieconomiche".