Trapani, preso il boss latitante Bigione: era in Romania
Catturato il boss mazarese Vito Bigione, inserito tra i 30 latitanti piu' ricercati. Noto narcotrafficante, era latitante dallo scorso 28 giugno dopo essersi sottratto agli arresti in seguito a una condanna definitiva della Cassazione. L'uomo e' stato arrestato in Romania dagli uomini della Squadra Mobile di Trapani e del Servizio centrale operativo. La prima denuncia per traffico di stupefacenti risale al 1995 e pochi mesi dopo si trasferi' in Africa stabilendosi in Namibia. Li' era conosciuto come un armatore, ma i magistrati della Procura di Reggio Calabria lo inserirono in una indagine antimafia, poi divenuta l'operazione "Igres". L'ultima traccia risale allo scorso anno, quando i carabinieri lo ritrovarono a conversare con Dario Messina, una delle persone arrestate nell'operazione "Anno Zero". "Io ci sono sempre stato... mi sono fatto il contorno e tutte cose": parlava cosi', intercettato dai carabinieri nel settembre dello scorso anno. Alle 11.30, alla questura di Trapani, conferenza stampa, alla presenza del questore, Claudio Sanfilippo, del dirigente della locale Squadra mobile, Fabrizio Mustaro, nonche' di funzionari del Servizio centrale operativo di Roma. Il 66enne Bigione, preso nella citta' romena di Oradea dai reparti speciali della Polizia romena e dagli investigatori del Servizio centrale operativo e delle Squadre mobili di Trapani e di Palermo, e' stato condannato in via definitiva a 15 anni di reclusione per associazione finalizzata traffico internazionale di sostanze stupefacenti. In passato, dopo nove anni di latitanza era stato arrestato a Caracas nel 2004, ma nel luglio scorso, a ridosso della condanna, aveva fatto nuovamente perdere le sue tracce.
Il boss mazarese e' stato uno dei primi broker che ha messo in contatto Cosa nostra, la 'ndrangheta e i cartelli sudamericani che gestiscono il traffico internazionale di cocaina. Ha spiegato il capo della Squadra mobile di Trapani, Fabrizio Mustaro: "Lo abbiamo trovato da solo con diecimila euro in contanti e una carta d'identita' falsa intestata a un certo Matteo. Si trovava in un'abitazione civile al quarto piano. Era da solo e alle 9 del mattino abbiamo deciso di intervenire. Quando lo abbiamo trovato ha detto di chiamarsi Matteo, ma aveva un documento falso con lui". L'uomo e' stato arrestato a Oradea, in provincia di Timisoara, al termine di una caccia durata quaranta giorni in esecuzione di un mandato di cattura internazionale disposto dalla Procura generale di Reggio Calabria in seguito alla sentenza della Corte di Cassazione del 4 luglio scorso riguardo l'operazione "Igres". Dopo la sua fuga era stato reinserito tra i trenta ricercati piu' pericolosi d'Italia.
"Si tratta di un indagine vecchio stampo - dice il questore di Trapani, Claudio Sanfilippo - che riguarda un elemento di spicco della famiglia mafiosa di Trapani". A coordinare le indagini e' stata la Procura di Palermo con il procuratore aggiunto Paolo Guido e i sostituti Alessia Sinatra e Francesca Dessi'. Lo scorso 4 luglio Bigione - che si trovava libero per scadenza dei termini di misure cautelari - e' stato condannato in via definitiva a 15 anni di reclusione per associazione finalizzata traffico internazionale di sostanze stupefacenti. L'arresto e' scattato stamattina mentre stava andando a fare la spesa. I suoi interessi e la famiglia mafiosa mazarese erano tornati centrale come emerge dalle intercettazioni raccolte dai carabinieri nell'indagine "Anno Zero" scattata lo scorso 19 aprile.