Editoria: Crimi su Ordine giornalisti, autoriforma vera o abolirlo
"Non l'avevo detto a nessuno, ma avete scoperto il nostro grande segreto. Dunque confesso: il Movimento 5 Stelle vuole abolire l'ordine dei Giornalisti". Lo scrive su facebook il sottosegretario con delega all'Editoria, Vito Crimi. "Ero certo che le 300.000 persone scese il piazza nel 2008 per invocare l'abolizione dell'Ordine fossero passate inosservate e pensavo che nessuno si fosse accorto, l'anno seguente, della nascita di un Movimento sancita proprio su questo tema cosi' complesso e delicato... speravo poi che nessuno ricordasse i miei primi disegni di legge presentati nel 2013, che prevedevano proprio l'abolizione dell'Ordine dei Giornalisti, e che il dibattito in Aula nel 2014 durante la legge di riforma delle modalita' di sostegno all'editoria fosse caduto nel dimenticatoio", aggiunge ironicamente.
"Ma ieri, finalmente, il mistero e' stato svelato. E dopo 10 anni alcuni 'giornalisti' (le virgolette non sono casuali) hanno scoperto che si', forse potrei avere questa idea in testa. Al di la' dell'ironia, sono vent'anni che si dibatte della reale utilita' dell'Ordine e non si riesce a trovare unanime consenso neanche tra chi ne sostiene il ruolo.
Come ho tenuto a precisare nell'audizione di ieri nella commissione Cultura della Camera dei Deputati, avrei potuto fare come nel 2013: presentare subito, senza pensarci due volte, una proposta di abolizione dell'Ordine dei giornalisti. Invece, pensate un po', ho preferito incontrare prima i nuovi vertici dell'Ordine, ascoltarli e accogliere con favore il loro percorso di autoriforma, in attesa di valutarne la proposta", spiega.
"Ho comunicato direttamente al presidente dell'Ordine la mia disponibilita' ad aspettare la loro proposta di autoriforma, per comprendere se sara' in grado di rispondere alle tante criticita' sollevate sulla necessita' che esista un albo dei giornalisti, un organo che possa decidere chi puo' scrivere notizie e chi no", prosegue Crimi.
"Addirittura, si parla di 'minacce' da parte mia. Ora manca solo che qualcuno scomodi Putin o qualche troll russo su Twitter, e allora il segretissimo piano di abolizione dell'Ordine dei Giornalisti sara' definitivamente svelato.
Vi svelo un altro segreto: dal primo giorno in cui ho ricevuto le deleghe all'Informazione e all'Editoria, il mio ufficio ha visto una raffica di appuntamenti e incontri con i giornalisti, piuttosto che con gli editori. Contrariamente a quanto si possa pensare, non sono barricato in un fortino: anzi, la mia porta e' sempre aperta per ascoltare rilievi e preoccupazioni, condividere problemi, cercare soluzioni e camminare insieme verso le necessarie riforme che l'editoria attende da tempo, oramai non piu' procrastinabili", sottolinea.
"Il mio lavoro e' questo: ascoltare, confrontarmi e prendere di conseguenza decisioni politiche. E non posso far altro che ringraziare tutti i giornalisti che mi hanno sempre parlato con franchezza, offrendomi consigli, suggerimenti e rivolgendomi anche critiche serrate. E' curioso: Crimi, quello che viene indicato come 'nemico' dell'informazione, in realta' e' sempre al fianco della liberta' di stampa per avviare quelle riforme che non sono mai state realizzate. Crimi, quello che viene indicato come 'nemico' dei giornalisti, si batte per riconoscere loro compensi degni e dignita' alla professione, per la tutela delle fonti, per la difesa dalle diffamazioni temerarie e tanto altro", nota.
"Cari 'giornalisti', spero vi rendiate conto che e' proprio questo vostro atteggiamento ad essere corresponsabile della profonda crisi dell'informazione tradizionale, a beneficio di un'informazione libera e condivisa, senza filtri e senza 'ordini' di scuderia che impongono chi puo' e chi non puo' scrivere o fare informazione. Come affermava ieri in Aula il collega Alberto Bagnai, il pluralismo dell'informazione si realizza quando chi fa informazione garantisce la pluralita' delle opinioni, e non e' sufficiente che ci sia una pluralita' di soggetti se questi poi danno voce ad un pensiero unico perche' si possa definire pluralismo", sottolinea.
"A chi ancora difende l'attuale Ordine dei Giornalisti, definendolo l'unico presidio a tutela della loro liberta', ricordo solo che l'Ordine esiste dal 1925 e che con l'Ordine vigente ci ritroviamo oppressi dal precariato nel giornalismo e senza alcuna tutela per chi svolge il lavoro di giornalista.
Non servono proclami: difendero' sempre i giornalisti, la liberta' di raccontare le notizie e la verita', il diritto ad avere un lavoro dignitosamente retribuito, il riconoscimento delle dovute tutele. Difendero' tutto questo con atti legislativi e provvedimenti concreti. Ma, per favore, non chiedetemi di difendere l'Ordine dei Giornalisti", conclude.