Siracusa, svolta sulla morte di Lele Scieri: un fermo
Ci sono tre indagati per la morte di Emanuele Scieri, il para' originario di Siracusa trovato senza vita il 16 agosto del 1999 nella caserma Gamerra della Folgore a Pisa. Uno dei tre, Alessandro Panella, ex caporale e' agli arresti domiciliari. "Stava per lasciare il territorio nazionale e sarebbe stato complicato riportarcelo", ha detto il procuratore capo di Pisa, Alessandro Crini. L'uomo era infatti pronto a fuggire negli Stati Uniti dopo aver appreso delle indagini a suo carico. Dalle intercettazioni risulta che Panella, in possesso della doppia cittadinanza, stesse progettando di 'rinunciare' a quella italiana e partire per gli Usa con un biglietto aereo di sola andata. Panella, 39 anni, residente in California, e' accusato di aver agito in concorso con altri due commilitoni, uno dei quali e' attualmente un militare in servizio.
Quella sera del 13 agosto, Scieri sarebbe stato vittima di atti di prevaricazione e nonnismo, "consistiti nel percuoterlo reiteramente, previa svestizione, con pugni e calci". Scieri sarebbe poi stato indotto a salire su una scala alta dieci metri, normalmente usata per asciugare i paracadute, e da li' e' precipitato "in conseguenza degli atti di violenza e minaccia in atto". Il corpo dell'allievo paracadutista venne poi occultato sotto un tavolo, tant'e' che venne ritrovato soltanto tre giorni dopo, il 16 agosto. Anche grazie al lavoro svolto dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sulla morte del militare lo scorso anno la procura di Pisa riapre le indagini. Per la Commissione parlamentare presieduta da Sofia Ammodio, c'erano elementi che portavano a escludere l'ipotesi del suicidio.
Il delicato lavoro svolto da Crini e dagli investigatori della squadra mobile di Firenze e Pisa, porta ora a una svolta su verita' rimaste sepolte per quasi 20 anni. Ci sono anche intercettazioni ambientali a sostegno dell'accusa nei confronti dell'ex para' Panella. In particolare una conversazione con il fratello e' risultata secondo il gip di Pisa che ha firmato l'ordinanza, Giulio Cesare Cipolletta, di particolare rilievo
"Sul caso Emanuele Scieri bisogno arrivare alla verità". Lo dice all'ANSA il ministro della Difesa Elisabetta Trenta a proposito degli sviluppi del parà morto a Pisa trovato morto a Pisa "In questo momento il mio primo pensiero va alla famiglia Scieri. Il ministero della Difesa in particolare è a completa disposizione della magistratura, verso la quale nutre piena fiducia, per fare luce sull'episodio".
Commentando la perquisizione che Panella ha appena ricevuto, l'indagato dice che gli anfibi che gli sono stati sequestrati non sono quelli che indossava nell'agosto del 1999, ma un altro paio piu' nuovi. I "vecchi" erano stati buttati via appena una settimana prima. "Davvero?", chiede il fratello. E quanto ottiene conferma da Alessandro Panella, il fratello risponde sollevato: "Che cu..o". Panella chiede inoltre al fratello perche' sono stati presi gli anfibi e non il basco. "Mica l'hai preso a bascate", dice ancora l'interlocutore. "Verita' e giustizia sono le uniche due vie da percorrere per rompere il muro dell'omerta' lungo oltre 15 anni che qualcuno ha tentato di costruire intorno alla morte di Emanuele Scieri", affermano in una nota il presidente della commissione Difesa della Camera, Gianluca Rizzo (M5s) e Massimo Enrico Baroni, parlamentare pentastellato che nella scorsa legislatura fu membro della stessa commissione.
"Emozione e soddisfazione immensa la svolta delle indagini sulla morte di Emanuele Scieri. Finalmente dopo tanti anni siamo vicini ad una parola conclusiva", dice Stefania Prestigiacomo, deputata di Forza Italia, gia' vice presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla morte del militare. Ettore Rosato, vicepresidente Pd della Camera, sottolinea il "frutto del lavoro approfondito svolto nella scorsa legislatura dalla commissione d'inchiesta parlamentare" e rileva che "l'arresto di oggi restituisce fiducia nelle indagini della Procura di Pisa e nella collaborazione delle Forze armate". Per il segretario di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni di Liberi e Uguali, "siamo davvero vicini alla verita' sulla morte del giovane Scieri, ma dopo ben 19 anni. Ora giustizia per questo delitto".
“Come Sindaco di Siracusa, a nome dell'intera Giunta comunale, devo ringraziare innanzitutto Sofia Amoddio che insieme alla deputazione cittadina si è impegnata per la costituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sulla vicenda, e che da Presidente della stessa ha portato avanti un lavoro attento e puntuale che ha trovato riscontro nella svolta giudiziaria odierna. Ma il mio ringraziamento va anche a quel gruppo di amici che dando vita all'associazione “Giustizia per Lele” hanno aiutato la famiglia a Scieri a non restare da sola in questi 19 anni: la caparbietà nell'avere tenuto sempre viva l'attenzione su questa vicenda è stata oggi premiata”.
Il Sindaco ha preannunciato che il Comune si costituirà parte civile in un eventuale processo.
“Il mio lavoro d’indagine in qualità di Presidente della Commissione d’inchiesta Scieri e dei miei colleghi parlamentari, trova un epilogo importante”. Lo dichiara Sofia Amoddio, già Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Emanuele Scieri. “Esprimo grande soddisfazione per il lavoro encomiabile del Procuratore capo di Pisa Dott. Crimi, del sostituto Dott. Restuccia e della Polizia di Firenze che, continuando il lavoro iniziato dalla Commissione parlamentare, sono arrivati ad importanti sviluppi sul caso di Emanuele Scieri”. “L’arresto di un ex militare rappresenta un passo importante verso la ricerca della verità e della giustizia che la famiglia Scieri e l’opinione pubblica stanno aspettando da 19 anni”. “Il mio primo pensiero – continua Sofia Amoddio - va alla Signora Isabella, la mamma di Emanuele, che con grande dignità ha vissuto anni di dolore e sofferenza in attesa di giustizia”. “È sempre un grande giorno quando le ombre si diradano e si comincia a intravedere la luce, l’omicidio di Emanuele Scieri è stato e continua ad essere una delle pagine più buie della nostra storia repubblicana ma forse finalmente, potrà essere stracciata”. “La Commissione Parlamentare che ho presieduto – prosegue Amoddio - ha avuto il merito di svolgere un lavoro puntale ed approfondito che, con l’acquisizione di quasi seimila pagine di documenti e l’audizione di 45 persone, ha portato la Procura di Pisa a riaprire le indagini sul caso”. “Abbiamo lavorato con determinazione nella ricerca della verità nella consapevolezza che le responsabilità penali sono individuali con pieno rispetto e considerazione nei confronti delle forze armate”. “La Commissione ha scoperto dettagli sul clima generale che regnava nella caserma Gamerra di Pisa all’epoca dei fatti evidenziato la natura delle pratiche, il tipo di relazioni che venivano a stabilirsi tra anziani e reclute, il ruolo dei caporali e l’atteggiamento e la mentalità dei militari e le risposte date dai comandanti a livello di corpo e di brigata”. “Intrecciando gli elementi acquisiti nel 1999 dalla magistratura con nuovi elementi d’indagine acquisiti attraverso le audizioni, la Commissione ha fornito nuovi elementi che ha consegnato alla Procura della Repubblica di Pisa”. “L’ex commilitone arrestato era uno dei soggetti che la Commissione aveva indicato negli atti secretati e consegnati alla Procura di Pisa e il suo arresto dimostra la presenza di elementi forti che dovranno vagliarsi in un processo futuro”.