Mazara del Vallo, sequestrati beni agli eredi di Mariano Agate
Sequestrati beni agli eredi di Mariano Agate per oltre trent'anni temuto capo della cosca mafiosa di Mazara del Vallo. La Direzione investigativa antimafia di Trapani ha dato esecuzione al decreto di sequestro ai fini della successiva confisca beni mobili ed immobili per circa mezzo milione di euro, ai figli e alla moglie del sanguinario boss morto nel 2013. Il provvedimento e' stato emesso dalla Sezione Penale e Misure di Prevenzione del Tribunale di Trapani, presieduta da Daniela Troja, su proposta del direttore della Dia, che ha applicato la norma del codice antimafia che consente di sequestrare i patrimoni illecitamente accumulati dai mafiosi anche dopo la loro morte. Mariano Agate, detto anche il 'papetto' (il piccolo Papa), e' stato uno dei piu' pericolosi boss mafiosi siciliani, condannato per traffici illeciti di stupefacenti, per associazione mafiosa, per diversi delitti tra cui l'omicidio Giangiacomo Ciaccio Montalto e la strage di Capaci.
Fedele alleato dei mafiosi corleonesi, Agate ha garantito nell'area di Mazara del Vallo lunga e sicura latitanza a Toto' Riina, al quale venne fornito supporto logistico oltre che falsi documenti d'identita'. Tra i beni sottoposti a sequestro, una villetta all'interno del villaggio turistico Kartibubbo di Torretta Granitola a Campobello di Mazara, che Agate aveva ricevuto in 'dono', negli anni settanta, dal faccendiere mafioso internazionale Vito Roberto Palazzolo a conclusione dell'operazione immobiliare gestita da Cosa nostra mazarese che porto' al passaggio di proprieta' del complesso turistico da investitori stranieri al costruttore di Monreale Calcedonio Di Giovanni, destinatario in passato di una misura di prevenzione personale e patrimoniale. L'immobile non e' mai stato intestato ad alcun componente della cosca, ma quando nel 2014 gli uomini della Dia di Trapani fecero irruzione nel villaggio turistico di Kartibubbo vi trovarono all'interno a trascorrere le vacanze ospiti dei figli di Mariano Agate, i quali riferirono di avere sempre utilizzato quella villa senza aver mai saputo chi fosse il proprietario formale dell'immobile e senza aver mai pagato le utenze elettriche e idriche. Sequestrato anche un elegante appartamento a Mazara del Vallo che una figlia del boss mafioso avrebbe acquistato utilizzando i cospicui stipendi che le venivano elargiti a fronte di una vaga attivita' di collaborazione lavorativa dalla Calcetruzzi Mazara spa, azienda di produzione di conglomerato cementizio oggi definitivamente confiscata, che e' stata per vari decenni il simbolo dello strapotere economico e mafioso della cosca.