Parchi eolici nelle mani della 'ndrangheta: 13 arresti a Reggio Calabria
Un'operazione dei carabinieri di Reggio Calabria ha portato all'esecuzione di 13 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di imprenditori e presunti 'ndranghetisti. Le indagini, coordinate dalla Dda di Reggio Calabria, secondo gli investigatori, avrebbero permesso di accertare la sistematica infiltrazione delle cosche calabresi nei lavori necessari alla realizzazione dei parchi eolici nelle province di Reggio Calabria, Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia. Nel corso delle indagini sono emersi numerosi episodi estorsivi in danno delle aziende committenti dei lavori per la realizzazione di parchi eolici in Calabria, perfezionati grazie all'apporto di imprese colluse con le compagini mafiose egemoni sulle aree in cui sono state realizzate le opere. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, illecita concorrenza con violenza o minaccia e danneggiamento, aggravati dal metodo o delle finalità mafiose, e induzione indebita a dare o promettere utilità. C'e' anche il sindaco di Cortale (Catanzaro), Francesco Scalfaro, di 59 anni, fra le persone arrestate stamane dai Carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria, nell'ambito dell'operazione "Via col vento", su infiltrazioni della 'ndrangheta nel settore dell'eolico. Oltre al sindaco sono stati arrestati 6 imprenditori e sono state sequestrate 6 imprese per un valore di 42 milioni di euro. A Scalfaro, eletto con una lista civica, sono stati concessi i domiciliari. Nel marzo scorso il primo cittadino di Cortale aveva subito un'intimidazione ad opera di ignoti che avevano lasciato appesa al cancello della sua villa una busta contenente un ordigno esplosivo. L'operazione, denominata in codice "Via col vento", rappresenta l'esito di un'indagine avviata nel 2012 dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Reggio Calabria, sotto la direzione della locale Direzione Distrettuale Antimafia. L'affare coinvolgerebbe alcune delle maggiori consorterie della 'ndrangheta, infiltrate nelle opere necessarie alla realizzazione dei parchi eolici in territorio calabrese. Dagli atti della magistratura emergono i nomi di esponenti dei Paviglianiti di San Lorenzo e Bagaladi (RC), dei Mancuso di Limbadi (Vv), dei Trapasso di Cutro (Kr) e degli Anello di Filadelfia (Vv) attraverso una serie di attivita' illecite, di natura prevalentemente estorsiva, perseguite in ogni fase della realizzazione dei parchi eolici. Si tratta di personaggi di spessore criminale come Rocco Anello e Pantaleone Mancuso, entrambi di 59 anni; Antonino Paviglianiti di 53 anni, Giovanni Trapasso, di 70 anni, tutti arrestati.
Dagli approfondimenti svolti dai Carabinieri e' emerso, in particolare, il ruolo ricoperto da Giuseppe Evalto, 55 anniimprenditore di Pizzo Calabro (Vv) operante nel settore trasporti e ritenuto affiliato ai Mancuso. Sarebbe stato imprenditore e collettore degli interessi delle consorterie, una figura con il ruolo di "cerniera" in grado di relazionarsi con la realta' criminale e quella imprenditoriale, che avrebbe imposto alle societa' impegnate nella realizzazione dei parchi eolici l'affidamento, a favore di ditte colluse o compiacenti, dei lavori collegati alla realizzazione delle opere. Le indagini avrebbero fatto luce su numerosi episodi estorsivi, sia ai danni delle societa' multinazionali impegnate nella realizzazione dei parchi (Gamesa, Vestas, Nordex), che sottostavano all'imposizione del pagamento del "pizzo" liquidando alle ditte segnalate da Evalto compensi per prestazioni gonfiate o mai eseguite, sia ai danni delle imprese appaltatrici non colluse, costrette a corrispondere alle cosche una percentuale sull'importo delle opere da eseguire e, talvolta, anche a garantire l'esecuzione di lavori commissionati alle ditte mafiose, alle quali le imprese appaltanti versavano il corrispettivo economico. Gli impianti su cui si sono focalizzate le attenzioni degli investigatori sono quelli di Piani di Lopa-Campi di Sant'Antonio, nella provincia di Reggio Calabria, il parco eolico di Amaroni, nella provincia di Catanzaro, quelli di San Biagio e Cutro nella provincia di Crotone. Nel territorio della provincia reggina, dalla quale sono partire le indagini, gli imprenditori interessati dovevano interfacciarsi con Antonino Paviglianiti, elemento di spicco dell'omonima cosca, egemone nei comuni di San Lorenzo e Bagaladi (RC), mentre i parchi eolici catanzaresi e crotonesi ricadevano nella sfera di influenza di altre due famiglie, quella dei Mancuso di Limbadi e quella dei Trapasso di Cutro.
Riguardo agli insediamenti delle alte Serre calabresi, gli interlocutori erano rappresentati dagli Anello. Nel gestire l'affare eolico, i sodalizi di 'ndrangheta coinvolti, sebbene appartenenti a diversi contesti territoriali, erano fortemente coesi ed in grado di instaurare una proficua collaborazione in nome del comune profitto generato dal business delle energie alternative. Il sindaco di Cortale (Cz), tuttora in carica, Francesco Scalfaro, 59 anni, finito ai domiciliari, a fronte del suo benestare alla realizzazione di alcuni interventi stradali nel territorio del Comune, avrebbe preteso l'assunzione di operai da lui indicati. Il mancato accoglimento di una sua richiesta avrebbe determinato la chiusura di un tratto di strada che aveva provocato ritardi nel cronoprogramma dei lavori. In carcere sono finiti anche Giuseppe Errico, 65 anni, e Romeo Ielapi, di 46. Domiciliari per Domenico Fedele D'Agostino di 60 anni; Riccardo Di Palma di 46; Mario Fuoco di 67; Giovanni Giardino di 46; Mario Scognamiglio di 41. Con le misure cautelari personali e' stato eseguito anche il sequestro preventivo di societa' quote sociali e conti correnti riconducibili agli indagati per un valore di 42 milioni di euro.