Palermo, figlia di Borsellino accusa il Csm: "Lacune inaudite"
"Queste motivazioni non sono un punto d'arrivo, ma di partenza. Bisogna andare avanti processualmente per accertare le responsabilita' di chi ha commesso i reati, ma anche dei magistrati che controllavano e coordinavano le indagini". Lo chiede Fiammetta Borsellino, figlia di Paolo, ucciso nella strage di via D'Amelio il 19 luglio di 26 anni fa, dopo il deposito delle motivazioni del Borsellino quater che attestano l'esistenza di "uno dei piu' gravi depistaggi della storia giudiziaria italiana". Per Fiammetta, anche se dalla sentenza, come dice davanti ai microfoni della Tgr Rai Sicilia, "non emergono profili di reato, esistono lacune gravissime e inaudite, sicuramente funzionali a quello che e' successo e che devono essere attestati dai competenti organi dello Stato, non solo le procure, ma anche il Csm. E il presidente Mattarella, in qualita' di presidente del Consiglio superiore della magistratura, si deve fare garante che questi assolva i propri compiti istituzionali, cosa che lo stesso Csm fino a oggi non ha fatto".