Rifiuti in Sicilia, la Fp Cgil contro la riforma Musumeci: "A rischio mille posti"
“Un migliaio di dipendenti amministrativi, già formati e competenti, perderanno il posto di lavoro, con conseguenti ed inevitabili disagi per la nuova macchina organizzativa che si andrà a mettere in piedi”. Alfonso Buscemi, segretario regionale della F.P. Cgil, con delega al comparto Igiene Ambientale, mette in guardia l’Ars in vista dell’esame del disegno di legge governativo sul sistema dei rifiuti in Sicilia. “La Giunta - aggiunge Buscemi – non tiene conto di un importante passaggio, contenuto nella bozza appena varata, che andrebbe a precludere ad una consistente parte del personale, il cui trasferimento nelle Srr non è avvenuto secondo i principi previsti per l’assunzione negli enti pubblici, il transito nel nuovo organismo. E questo perché, l’Esecutivo Musumeci – sottolinea Buscemi - ha deciso di non considerare la futura struttura come società partecipata, ma di attribuire alla stessa una precisa connotazione di dritto pubblico, scaricando di fatto questo nutrito gruppo di dipendenti. Parliamo di risorse umane e professionali, le quali, da oltre 10 anni, offrono la loro preziosa e qualificata attività nelle Srr, maturando di fatto un’esperienza che ha superato certamente il limite rappresentato dalla selezione pubblica. Il testo va dunque opportunamente e responsabilmente modificato – evidenzia Buscemi – altrimenti si produrrebbe un’emorragia occupazionale in un solo colpo, senza precedenti. Oltremodo riteniamo grave il comportamento dell'Assessore al ramo, Pierobon, che ha elaborato e portato in Giunta, per l’approvazione, una riforma senza averla prima illustrata e concertata con le Organizzazioni sindacali di categoria, mostrando mancanza di rispetto e scarsa propensione verso il confronto democratico. Se si vuole davvero cambiare un sistema delicato e complesso, come quello dei rifiuti, occorre partire dal coinvolgimento delle parti interessate. Ecco perché chiediamo un urgente incontro sia all’Assessore che alla Commissione di merito per affrontare le criticità previste nel Ddl. Non ha senso imporre le cose. Sulla raccolta differenziata, ad esempio, è giusto insistere, è una leva certamente da valorizzare, ma va supportata e sostenuta attraverso adeguati strumenti, come gli impianti di compostaggio. Sarebbe opportuno – conclude Alfonso Buscemi - accelerare la costruzioni degli impianti per utilizzare i rifiuti differenziati ed evitare così l’emigrazione dei rifiuti, con costi altissimi in termini economici ed ambientali”.