Usa, Gb e Francia attaccano in Siria: missili su obiettivi mirati
"Ho ordinato l'attacco" contro il contro il regime di Damasco. L'annuncio del presidente Donald Trump e' arrivato alle 21 di Washington (le 3 di notte in Italia) dalla Casa Bianca mentre i missili stavano gia' colpendo impianti collegati alla produzione di armi chimiche, compreso un centro di ricerca a Damasco. L'operazione e' stata portata avanti "congiuntamente" con Francia e Regno Unito contro "obiettivi mirati", a Homs e nella capitale: non per rovesciare il regime ma per inviare un chiaro messaggio al presidente siriano Bashar al Assad, reo di aver usato il gas nervino contro la sua gente. "La sorte di Assad e' nelle mani del popolo siriano", ha spiegato Trump mentre il Pentagono ha precisato che sono state volutamente evitate le basi russe in Siria e minimizzati i rischi per i civili. Non appena il presidente americano ha finito di parlare, sono state segnalate esplosioni a Damasco e sui social media sono rimbalzati video e foto dei missili in arrivo. La tv di stato siriana ha fatto sapere che il regime stava rispondendo "all'aggressione" ma il ministro della Difesa Usa, James Mattis, ha escluso vittime tra gli americani. Dura la risposta di Mosca che, tramite l'ambasciatore a Washington, Anatoly Antonov, ha definito l'attacco un "inammissibile" schiaffo al presidente Vladimir Putin che "non restera' senza conseguenze".
"Siamo pronti a sostenere questa risposta fino a quando il regime non smettera' di utilizzare armi chimiche", e' stato il monito di Trump. Quasi contemporaneamente, a Londra, la premier Theresa May, ha spiegato che avrebbe preferito "una strada alternativa" ma che "in questo caso non c'era". Il ministero della Difesa britannico ha reso noto che per i raid contro Homs sono partiti tre jet Tornado della Royal Air Force da Cipro mentre gli Usa hanno lanciato missili da crociera Tomahawk. "E' stata superata la linea rossa", ha dichiarato il presidente francese Emmanuel Macron, twittando la foto del momento in cui ha ordinato l'attacco. "Chiaramente Assad non ha recepito il messaggio" la volta scorsa, ha affermato Mattis riferendosi all'attacco missilistico ordinato da Trump contro la Siria esattamente un anno fa, il 7 aprile del 2017. "Non intendiamo rimanere in Siria per sempre - ha rimarcato l'inquilino della Casa Bianca - e mentre altre nazioni offrono il loro contributo non vediamo l'ora che arrivi il giorno di porter riportare i nostri guerrieri a casa". Trump ha dunque stigmatizzato la Russia per il suo supporto ad Assad intimandole di non proseguire "su questo buio sentiero" e ricordandole che nel 2013 aveva prometto di lavorare per la distruzione delle armi chimiche siriane. Mattis ha indicato che per l'attacco odierno "e' stata utilizzata una quantita' di armi doppia rispetto al 2017".