Vinciullo: l'Iacp di Siracusa non può finire in un carrozzone regionale
La proposta del Governo regionale, “Disposizioni programmatiche e correttive per l’anno 2018 - Legge di stabilità regionale”, presentato all’Assemblea Regionale Siciliana il 27 marzo scorso, prevede la nascita dell’Agenzia Regionale per la Casa e l’abitare sociale (ARCAS), non può essere assolutamente presa in considerazione in quanto umilia gli Istituti virtuosi e favorisce, invece, coloro i quali, negli ultimi decenni, hanno sperperato il denaro pubblico e si presentano, come l’IACP di Palermo, con un buco che supera ampiamente i 50 milioni di euro. Lo dichiara Vincenzo Vinciullo.
"Il testo, che, fra l’altro, non definisce i ruoli e i compiti dell’Agenzia che subentra “nell’universalità dei rapporti giuridici dei disciolti IACP”, lascia alquanto perplessi e, soprattutto, preoccupa la volontà del Governo di espropriare il Parlamento Siciliano delle sue funzioni e delle sue prerogative istituzionali, costringendolo ad abdicare alla sua podestà legislativa, assegnandola contra legem alla Giunta regionale di Governo.
Come siciliano e, soprattutto, come siracusano, sono indignato e sconcertato di fronte a questa proposta, perché si sta tentando di ripetere l’operazione, infelice ed infausta, fatta con le disciolte ASI siciliane.
Anche in quel caso, le ASI virtuose, come, ad esempio, quella di Siracusa, sono state costrette a colmare i debiti e gli sperperi di chi, in questi ultimi decenni, ha gestito in maniera clientelare e senza raziocinio gli Enti chiamati ad amministrare.
Sorprende, poi, come il Governo regionale, nel breve volgere di qualche settimana, anziché passare alle Province le mansioni, i compiti e le competenze svolte dalle IACP, così come preannunciato dal Presidente della Regione, recependo un Disegno di Legge da me presentato sull’argomento, abbia potuto cambiare totalmente opinione e, anziché proseguire nell’azione politica intrapresa, favorendo gli Enti virtuosi e corretti, improvvisamente, pensa, invece, di buttare nel girone infernale dei debitori anche l’Istituto Autonomo Case Popolari della mia provincia, che è assolutamente virtuoso, per avere gestito sempre in modo corretto e lineare gli immobili di proprietà e le risorse ricevute negli anni.
Dettare norme e provvedimenti amministrativi e legislativi per “disciplinare l’Amministrazione regionale in materia di politiche abitative e per riformare gli Enti che gestiscono l’edilizia residenziale popolare” non può essere uno strumento attraverso il quale si affossano definitivamente gli istituti che hanno gestito in maniera oculata il proprio patrimonio a favore di quelli che lo hanno gestito in maniera dissennata, clientelare e poco trasparente".