Giornalisti: perquisita Nuova Sardegna, protestano Fnsi e Ordine
E' oggi in prima pagina sulla "Nuova Sardegna" la notizia della perquisizione subita ieri pomeriggio nella sede di Olbia del giornale dalla giornalista di cronaca giudiziaria Tiziana Simula. Quattro carabinieri in borghese hanno sequestrato pc, tablet e telefoni della cronista che sabato scorso aveva firmato un articolo sulla vendita di Villa Ragnedda. Simula non ha rivelato le fonti di quanto pubblicato sull'inchiesta - partita da un esposto-denuncia - in cui sono coinvolti magistrati, avvocati, professionisti e imprenditori. La giornalista e' indagata per rivelazione e utilizzazione di segreti d'ufficio dal procuratore capo facente funzioni Andrea Garau, che sta per lasciare Tempio Pausania per ricoprire un nuovo incarico a Ferrara.
"La pubblicazione di un esposto presentato da un privato cittadino alla magistratura, un documento che tecnicamente non puo' essere considerato coperto da segreto istruttorio, ha dato occasione per una inaudita intrusione delle forze dell'ordine e della magistratura nella redazione olbiese della Nuova Sardegna", protestano in un comunicato congiunto la Fnsi, l'Associazione della Stampa Sarda, il Consiglio Nazionale dell'Ordine dei giornalisti, l'Ordine dei giornalisti della Sardegna e l'Unione cronisti sardi, che esprimono solidarieta' alla collega e ai redattori della "Nuova Sardegna" "I militari, incaricati dalla Procura della Repubblica di Tempio Pausania, hanno infatti sequestrato alla cronista Tiziana Simula il telefono personale e i computer personale e professionale. Quest'ultimo contiene tutta la posta, tanto quella personale quanto quella riservata diretta alla redazione olbiese della Nuova Sardegna, dove lavorano sei giornalisti". "Il sindacato", conclude la nota, "vigilera' sugli sviluppi della inchiesta ed e' fin d'ora a fianco dei giornalisti sardi in una battaglia di civilta' e di democrazia".
Coi colleghi si e' schierato anche il comitato di redazione dell'Unione Sarda, con un comunicato di solidarieta' diffuso ieri sera, mentre il cdr della "Nuova" e l'assemblea dei redattori hanno pubblicato sul quotidiano di oggi un duro comunicato sindacale in cui "denunciano e condannano il gravissimo attacco alla liberta' di stampa e quella personale". "I redattori della Nuova Sardegna riuniti in assemblea permanente denunciano un atteggiamento intimidatorio messo in atto dalla procura di Tempio che non potra' avere l'effetto di fermare il lavoro della collega", scrivono i giornalisti che hanno diffuso il comunicato anche sui social con l'hashtag #indagatecitutti.
"Ci ha trattati come delinquenti, come non tratta neppure i pregiudicati professionali", scrive il direttore Antonio Di Rosa, rivolto al procuratore Garau, sottolineando il fatto che nel decreto di perquisizione si autorizzavano gli agenti di polizia giudiziaria a perquisire, se necessario, le persone presenti o in arrivo in redazione, "con divieto di allontanarsi prima della conclusione delle operazioni".