Palermo, pentito: "Fragalà fu ucciso per fare un favore alla cosca"
"Un favore a quelli di la' sopra", con un riferimento ai mafiosi del mandamento palermitano di Pagliarelli: questo, secondo il collaboratore di giustizia Salvatore Bonomolo, il motivo dell'omicidio dell'avvocato Enzo Fragala', aggredito e ferito a morte il 23 febbraio 2010 e morto tre giorni dopo in ospedale. Bonomolo, ascoltato oggi dalla Corte d'assise di Palermo, aveva fatto parte della famiglia di Porta Nuova e per anni e' stato latitante in Sudamerica: ha puntato il dito contro uno degli imputati, Francesco Arcuri, che e' sotto accusa assieme ad Antonino Siragusa, Salvatore Ingrassia, Antonino Abbate, Paolo Cocco e Francesco Castronovo. A informarlo di cio' che avvenne otto anni fa in via Nicolo' Turrisi, a pochi passi dallo studio del penalista e dal palazzo di giustizia, sarebbe stato un compagno di cella dell'attuale pentito, Giuseppe Auteri, che fu sospettato di avere avuto un ruolo nel delitto, ma la cui posizione fu poi archiviata. Bonomolo ha confermato che si sarebbe trattato di un omicidio avvenuto quasi per errore, perche' i sicari avrebbero dovuto solo picchiare il legale e non ucciderlo. E il motivo sarebbe stato connesso al modo di difendere alcuni assistiti da parte di Fragala', aggressivo nei confronti del capomafia di Pagliarelli, Nino Rotolo. Secondo la versione del collaborante, "Auteri e Arcuri si curavano l'avvocato", nel senso che si sarebbero "curati" di pedinarlo in vista dell'aggressione.