Sicilia, Gennuso: "Agricoltura al collasso, Musumeci apra un tavolo con Bruxelles"
"L'agricoltura in Sicilia è oramai al collasso. Il presidente della Regione Musumeci convochi tutti gli eurodeputati e l'assessore regionale al ramo e apra un tavolo serio con Bruxelles". A lanciare l'ennesimo grido dall'allarme è il deputato all'Ars, Pippo Gennuso, sollecitato dai produttori della sud est, Pachino, Rosolini, Portopalo, Ispica e Pozzallo, entrati nel tunnel della crisi che sembra non avere via d'uscite. " Ammiro gli sforzi dell'assessore regionale all'Agricoltura Edy Bandiera da me sollecitato - che sta monitorando la situazione dei produttori nelle province di Siracusa e Ragusa e plaudo il suo comportamento per avere bloccato due giorni fa, attraverso il Corpo forestale, una nave che voleva attraccare a Pozzallo con 50 tonnellate di grano proveniente dal Pakistan. Ma da solo contro i trattati europei e le assurde tolleranze dell'Ue, serve un'azione forte di contrasto con in prima linea il governatore, tutti gli eurodeputati siciliani, ed i parlamentari del territorio. Musumeci chieda l'intervento pure del presidente del Parlamento Europea, Antonio Tajani, perchè la questione è generalizzata e non riguarda soltanto il Mezzogiorno d'Italia. Qui non si tratta di una battaglia di colore o politica, c'è in palio la salvaguardia di migliaia di produttori che vedono i mercati invasi da merce che arriva da ogni parte del mondo. Non è possibile lasciare il raccolto sui campi, perchè i costi non riescono neppure a compensare le spese. Mi riferisco al pomodoro, zucchine, melanzane. Poi c'è anche la tragedia degli agrumi che nel trinagolo di Lentini - Carlentini e Francofonte sono rimasti negli alberi. Bisogna fermare questa invasione in agricoltura e studiare formule che rendano competitivi i prodotti della nostra terra. Con questo andazzo - aggiunge Gennuso - non è possibile tutelare il "Made in Italy" perchè un'ora di lavoro fatto in Africa forse viene pagato a un euro, altra cosa è qui in Sicilia. Ci troviamo di fronte ad una concorrenza sleale. I consumatori, tra l'altro, non sanno cosa acquistano e se nelle loro tavole portano prodotti carichi di pesticidi. Questo scempio va fermato in tempi rapidi".