Incendio all'hotspot di Lampedusa: quattro tunisini arrestati
Quattro tunisini arrestati per l'incendio che ha seriamente danneggiato lo scorso 8 marzo l'hotspot di Lampedusa. Le conseguenze del rogo, appiccato in piu' punti, hanno indotto il Viminale alcuni giorni fa a disporre la chiusura temporanea per consentire i lavori di adeguamento della struttura, oggetto nel tempo di ripetuti danneggiamenti e incendi. A individuare i responsabili sono stati gli uomini della Squadra mobile della polizia di Stato di Agrigento. I quattro migranti sono stati allontanati dall'isola e trasferiti nel carcere della citta' del templi. Gli investigatori spiegano come fosse noto il disappunto degli arrestati circa la loro permanenza prolungata nell'hotspot di Lampedusa. Nel giorno dell'incendio, secondo la ricostruzione dei fatti, avrebbero radunato un gruppo di ospiti nella struttura nel piazzale e successivamente hanno dato alle fiamme un padiglione, "mettendo a repentaglio", e' stato spiegato nel corso di una conferenza stampa alla questura di Agrigento, "la vita di altri migranti oltre che quella delle forze di polizia e del personale del centro". Peraltro, quando sono intervenuti i vigili del fuoco, un folto gruppo di migranti si e' frapposto tra i pompieri e l'edificio allo scopo di ritardare l'intervento e aggravare il bilancio dei danni. Ma le fiamme sono state presto sedate. E' quindi subito partita l'attivita' di indagine della Squadra mobile che in tempo record ha individuato i responsabili, anche grazie alle dichiarazioni di altri stranieri.