Ilva di Taranto, Emiliano: avanti col ricorso e Gentiloni mi riceva
"A me interessa solo la salute dei cittadini, non ho scopi politici. Andro' dritto con il ricorso se non verranno accolte le nostre ragioni, e da vecchio investigatore aspettero' che il colpevole di turno faccia il suo errore. Primo o poi succede, sempre". Il governatore della Puglia, Michele Emiliano, in un'intervista a 'Il fatto Quotidiano' conferma la linea sull'Ilva: ritirera' il ricorso contro il decreto del presidente del Consiglio che contiene il piano ambientale per l'acciaieria, su cui il Tar di Lecce si esprimera' il 6 marzo, solo in caso di sottoscrizione di un nuovo accordo tramite cui correggere il decreto.
"Calenda fa finta di non sapere che in questo tipo di accordi Comune e Regione vanno consultati. Ma il governo non ci ha voluti al tavolo", sottolinea Emiliano che aggiunge: "Io voglio che questa intesa si chiuda. Ma il mio primo dovere e' salvaguardare la salute dei miei cittadini".
"Il punto centrale - spiega ancora il governatore della Puglia - resta quello, l'altoforno 5. Piuttosto che riavviare un impianto che va a carbone, costruito con una tecnologia del '900, bisogna costruire una o due linee agas per abbattere le emissioni inquinanti".
"Se anche si andasse dritti senza modifiche al decreto - osserva Emiliano - il rischio di ricorsi sarebbe molto concreto nei prossimi anni. E se si bloccasse tutto in seguito per il gruppo sarebbe ancora piu' oneroso". Quanto al rischio che questo possa far saltare l'accordo con il gruppo Mittal, il governatore afferma: "A loro non conviene lasciare un affare del genere. E comunque ci potrebbero essere altri gruppi che si erano gia' fatti avanti, pronti ad accettare queste condizioni". Come la cordata di Jindal e Arvedi. "Avevano argomenti solidi - spiega - e questa prospettiva di sviluppo potrebbe andargli bene". E se il governo decidesse di aspettare l'udienza al Tar? "Per me va bene. Ma spero ancora che Gentiloni mi riceva. Siamo ancora in tempo", conclude Emiliano.