Modica, Palagiustizia inutilizzato: scandalo sprechi senza fine
L’Ordine degli avvocati di Ragusa (che ha inglobato e fatto scomparire quello di Modica approfittando dell’accorpamento del Tribunale modicano con quello di Ragusa) ha detto “no” all’utilizzazione del Palazzo di giustizia di Modica: una deliberazione ufficiale, naturale conseguenza dell’ostracismo dimostrato contro il Tribunale di Modica e, soprattutto, contro l’utilizzazione del Palagiustizia modicano. Un utilizzo che sarebbe logico se si considerano le spese che si stanno sostenendo, a Ragusa, per i canoni di affitto di locali – peraltro inadeguati – dove ospitare i dipendenti del Tribunale di Modica e quelli della sezione staccata di Vittoria, anch’essa soppressa. Contro la decisione dell’Ordine degli avvocati di Ragusa torna a scendere in campo il Comitato pro Tribunale di Modica presieduto dal portavoce Enzo Galazzo.
“Il Comitato –si afferma in una nota - è da tempo impegnato ad ottenere il “naturale” utilizzo del Palazzo di Giustizia quale sede distaccata del Tribunale di Ragusa, tenuto conto – tra l’altro – della inadeguatezza, della precarietà, dell’abbattimento dell’efficienza di giustizia e dello spreco delle risorse che caratterizzano le sedi di via Natalelli e dell’ex Palazzo INA site nel Comune di Ragusa. Nel prendere negativamente atto della decisione del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, non in linea con la auspicata posizione del Comitato, è stato deciso di promuovere una “mobilitazione generale” del comprensorio con il coinvolgimento di tutte le rappresentanze Istituzionali, Politiche, Parlamentari e delle sigle delle Organizzazioni Professionali, Imprenditoriali, Sociali, Sindacali, di Categoria e dei Consumatori-utenti per rivendicare risposte rispetto al fatto che si è rinunciato all’utilizzo di una struttura moderna, accessibile e funzionale per allocare il Tribunale, con costi enormi, in locali inidonei, in dispregio dei principi contenuti nella legge di riforma miranti a garantire risparmio di spesa e maggiore efficienza di giustizia”.
“Per l’organizzazione della mobilitazione – continua il documento - il Comitato ha dato pieno mandato al coordinamento (costituito, oltre che dal portavoce, Enzo Galazzo, da Roberto Garaffa, presidente del Consiglio Comunale di Modica, quale rappresentante delle Pubbliche Istituzioni del Comprensorio ed Enzo Cavallo, presidente di Confronto, quale rappresentante delle associazioni civiche e, più in generale, della società civile e della classe imprenditoriale) di mettere in campo tutte le necessarie ed opportune iniziative per ribadire con forza che la valorizzazione del Palazzo di Giustizia di Modica non attiene solo agli addetti ai lavori, ma sintetizza la volontà e gli interessi dell’intero comprensorio nonché la dignità dei cittadini, degli imprenditori e dei contribuenti, oltre che delle Istituzioni locali, che in un momento di difficoltà come l’attuale non intendono rassegnarsi al paradosso che i servizi già resi da una struttura costata oltre 11 milioni di euro vadano dispersi e che le istanze degli utenti del comprensorio di Modica, Scicli, Pozzallo e Ispica siano trattate in locali angusti, inadeguati, privi dei requisiti di legge, con costi intollerabili e tempi di risposte prossimi alla denegata giustizia.
E, intanto, un’altra riunione del Comitato, è stata convocata per sabato 30 dicembre alle ore 10,30 nella sala Spadaro del Comune di Modica per la predisposizione e l’approvazione del piano per la organizzazione della già decisa mobilitazione”.
La nota del Comitato “Pro Tribunale di Modica” suggerisce alcune considerazioni legate, soprattutto, alle recenti polemiche riguardanti l’albero di Natale di piazza Venezia, a Roma, il famigerato “Spelacchio”. Sulla vicenda, come hanno riferito le agenzie di stampa, si è registrato un esposto del Codacons alla Corte dei conti per i soldi spesi dell’amministrazione comunale della Capitale, poco più di 48.000 euro. Legittimo che il Codacons voglia saperne di più. Legittimo che si faccia chiarezza sulle responsabilità che hanno portato allo spreco di soldi pubblici.
Peccato, però, che il Codacons (per esempio quello di Ragusa) non abbia finora battuto ciglio sugli sprechi milionari causati dalla mancata utilizzazione del Palazzo di giustizia di Modica (antisismico, moderno, tecnologicamente efficiente, inaugurato nel 2004) contro ogni logica e contravvenendo alla precisa “clausola di invarianza finanziaria” contenuta nella riforma della geografia giudiziaria: “l’accorpamento di un Tribunale ad un altro non deve comportare costi in più per la collettività”.
E come se tutto ciò non bastasse, ci sono da ricordare le inutili denunce degli avvocati per verificare le condizioni di sicurezza del Palazzo di giustizia di Ragusa: nessun controllo è stato effettuato malgrado una segnalazione al Ministero della Giustizia inviata il 3 ottobre del 2013 dall’allora presidente del Tribunale di Ragusa, Giuseppe Tamburini, e dal procuratore del tempo, Carmelo Petralia: “L’immobile presenta criticità strutturali e logistiche”. Perchè nessuno è intervenuto per fare rispettare le regole in un luogo dove si condanna e si assolve in nome della legge? Nel frattempo, Tamburini è andato in pensione e Petralia ha lasciato il posto al nuovo procuratore, Fabio D’Anna. Le domande sugli sprechi e sulla sicurezza del Palazzo di giustizia di Ragusa, in quattro anni, non hanno avuto risposte. Come, invece, sarebbe stato lecito attendersi. Così, almeno, vorrebbe la logica!
(Nella foto il Palazzo di Giustizia di Modica)