Assalto ai furgoni porta sigarette: 13 arresti a Palermo
I carabinieri hanno arrestato 13 persone accusate di avere messo a segno 9 rapine ai danni di furgoni porta tabacchi a Palermo. Il valore della merce rubata è di un milione di euro. I rapinatori avevano organizzato un commando caratterizzato da una struttura solida e articolata che operava ripartendo, tra gli affiliati, ruoli e competenze (pianificazione dei colpi, furto di mezzi idonei anche agli sbarramenti stradali, immobilizzazione e sequestro delle vittime, sottrazione e successiva ricettazione della merce). Nella notte è stata eseguita un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Palermo, su richiesta della Procura della Repubblica di Palermo. Nove degli arrestati sono finiti in carcere e 4 ai domiciliari.
L'operazione rappresenta l'esito delle attivita' investigative, avviate nell'ottobre 2016, in direzione di un gruppo di palermitani specializzatosi nella commissione di rapine ai furgoni della societa' Cdt (Centro distribuzione tabacchi srl), incaricata di trasportare tabacchi lavorati presso le rivendite di Palermo e provincia. Nel corso dell'indagine, sviluppata mediante indagini tecniche e tradizionali, valorizzate da servizi di osservazione e controllo, sono state ricostruite numerose rapine consumate e tentate e delineata la banda. In particolare, le indagini sono partite dopo un tentativo di rapina, avvenuto a fine settembre 2016, in via Pirandello. Il gruppo criminale agiva con mezzi - alcuni dei quali rubati - e persone gia' coinvolte in reati specifici. Ogni episodio era preceduto da una fase preparatoria (consistente nella programmazione della strategia che richiedeva continue, adeguate comunicazioni per gli associati e per i complici), dal riepilogo della ripartizione di ruoli e competenze, nonche' dalla definizione dei tempi e delle modalita' d'intervento; prevedeva che alcuni indagati sovraintendessero alla ripartizione dei ruoli, altri alla decisione sulla opportunita' di procedere o meno all'esecuzione dell'azione delittuosa, in ragione del livello di rischio dell'operazione rapportato al presumibile bottino da conseguire; altri si occupavano in concreto del reperimento e della guida dei veicoli di provenienza illecita, utilizzati per bloccare la marcia dei furgoni carichi di tabacchi, per poi condurli nel luogo deputato al trasbordo della merce dove, ad attenderli, c'erano altri gregari. Quindi, nelle prime ore del mattino, aveva luogo un preliminare incontro tra tutti i componenti della banda, che hanno poi davano seguito al programma ideato, attivando i meccanismi rodati in precedenti fasi esecutive.
I rapinatori si suddividevano in piu' veicoli, solitamente in auto - delle quali alcune rubate - uno o piu' motocicli e un furgone. Il mezzo del Centro distribuzione tabacchi, inizialmente scortato, veniva atteso nella zona prossima a quella prescelta e veniva poi seguito, in attesa che, dopo un certo numero di consegne alle rivendite, gli autotrasportatori restassero privi della scorta. A quel punto, un'auto rubata tagliava la strada al furgone: dei tre banditi, uno saliva a bordo di quest'ultimo e, minacciando l'autista, lo obbligava a seguire l'altra vettura, nella quale, nel frattempo, era stato sequestrato l'altro fattorino. I due mezzi raggiungevano, cosi', il furgone della banda, parcheggiato in un luogo defilato per permettere il trasferimento della merce lontano da occhi indiscreti. Terminata l'operazione, l'intero carico veniva trasportato in un altro luogo dove le confezioni di sigarette venivano scaricate ed occultate, per poi essere, evidentemente, piazzate ad uno o piu' ricettatori, con conseguente congruo profitto per tutti i protagonisti dell'azione criminale. Il gruppo desisteva quando l'auto dell'istituto di vigilanza continuava a scortare ad oltranza il furgone adibito al trasporto dei tabacchi, o quando le vedette dell'associazione individuava presenze sospette.
Al vertice dell'organizzazione c'erano Cesare Unniemi e Alessandro Cannizzaro che sovrintendevano agli aspetti organizzativi. Gli arrestati sono Alessandro Algeri, 33 anni, custodia cautelare in carcere; Fabio Alvaro Algeri, 28 anni, gia' detenuto per altra causa, in carcere; Alessandro Cannizzaro, 39 anni, ai domiciliari per altra causa, ora in carcere; Andrea Garofalo, 23 anni, agli arresti domiciliari per altra causa, adesso in carcere; Giuseppe Garofalo, 27 anni, in carcere; Gioacchino Precania, 35 anni, in carcere; Cesare Unniemi, 46 anni, in carcere; Pietro Sanzo, 37 anni, ai domiciliari. Giuseppe Luisi, 44 anni, gia' detenuto per altra causa, in carcere; Domenico Di Vita, 53 anni, in atto sottoposto alla liberta' vigilata, arresti domiciliari; Vincenzo Oliva, 53 anni, ai domiciliari; Roberto Ferrante, 48 anni, in carcere; Giovanni Puccio, 23 anni, ai domiciliari.