"I fatti di Avola", ricordata dopo 49 anni l'uccisione dei due braccianti
Lo squillo della tromba con le note del silenzio d’ordinanza, alle 9,10, davanti al ceppo commemorativo installato ai lati della Strada Statale 115 Avola-Siracusa, davanti l’ospedale “ Di Maria” di contrada Chiusa di Carlo, è stato questa mattina il primo momento celebrativo e commemorativo per ricordare a distanza di 49 anni dall’episodio di sangue i due braccianti agricoli Giuseppe Scibilia e Angelo Sigona uccisi dalle pallottole sparati dalla Celere per fermare la protesta bracciantile in quella tragica giornata dei “ Fatti di Avola” del 2 dicembre 1968. Una celebrazione che ha visto la partecipazione dei rappresentanti e dei vertici provinciali della triade sindacale Cgil, Cisl e Uil, Mimmo Bellinvia, segretario provinciale Flai-Cgil, Maria Grazia Ficarra (Cgil), Paolo Sanzaro (Cisl) e Carmelo Munafò della Uil, i delegati sindacali di Avola, il neo-deputato avolese Rossana Cannata, i sindaci di Avola e Noto ( Luca Cannata e Corrado Bonfanti), alcuni assessori comunali ( Orlando, Caladararo e Bellomo), i rappresentanti della tenenza di Noto della Guardia di Finanza e dei Carabinieri, il presidente del Consiglio comunale Fabio Iacono, e una delegazione di studenti e docenti assieme al preside Fabio Navanteri dell’Istituto Superiore “ Ettore Majorana” di Avola. Presenti alla cerimonia anche quest’anno le figlie del bracciante avolese ucciso Giuseppe Scibilia, Maria e Carmela, le quali sono ancora in attesa di un riconoscimento da parte dello Stato italiano. Autorità cittadine e i rappresentanti sindacali ai piedi del ceppo di contrada Chiusa di Carlo, che rappresenta il punto in cui lo scontro tra polizia e braccianti fu più cruento, hanno deposto le rispettive corone di fiori, proseguendo la cerimonia nell’androne di Palazzo di Città di corso Garibaldi, dove davanti alla lapide di marmo che ricorda le due vittime è stato suonato ancora il silenzio d’ordinanza e deposto due corone di fiori da parte dell’amministrazione comunale di Avola e dei sindacati di categoria. La cerimonia si è conclusa con la lettura e recita di una poesia dialettale di Sebastiano Artale, impiegato-poeta, che ha ripercorso quel tragico giorno di sangue e morte dei “ Fatti di Avola”, nel ricordo di Giuseppe Scibilia e Angelo Sigona, e degli oltre cinquanta tra semplici cittadini e braccianti rimasti feriti durante la carica della polizia mandata a sparare ad Avola per reprimere la protesta dei lavoratori che chiedevano la eliminazione delle gabbie salariali e del capolarato. Dalla quale poi nacque lo Statuto dei lavoratori.
(Nella foto 1, il momento della deposizione delle corone e della commemorazione dei sindaci di Avola e Noto, Luca Cannata e Corrado Bonfanti davanti la lapide nell’androne di Palazzo di Città; foto 2, autorità civili, militari, sindacati e studenti al municipio, Foto 3, un momento della recita della poesia sui Fatti di Avola di Sebastiano Artale)