Il crollo del viadotto Himera sulla Palermo Catania: 5 indagati
Dopo due anni dal crollo del viadotto "Himera I" della A19 Palermo-Catania, avvenuto il 10 aprile 2015, si sono concluse le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Termini Imerese, guidata dal procuratore Alfredo Morvillo, svolte dalla Squadra di Polizia Giudiziaria del Compartimento Polizia Stradale di Palermo. Cinque gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari notificati ad altrettanti indagati: il capo della Protezione civile regionale, l'ex sindaco di Caltavuturo, un dirigente dello stesso Comune e due dipendenti dell'Anas. Le accuse sono quelle di omissione di atti d'ufficio e attentato alla sicurezza dei trasporti. L'autostrada era aperta al traffico mentre una frana proveniente dal versante prospiciente investiva tre pile del viadotto della carreggiata Palermo-Catania. Queste avevano ceduto sotto la poderosa spinta della frana e, poco dopo, il viadotto si e' adagiato sulla carreggiata Catania-Palermo. In questi due anni di indagine gli inquirenti hanno vagliato uan ingente documentazione, assunto notizie da persone informate sui fatti. La Procura si e' avvalsa della consulenza tecnica di due esperti in materia di ingegneria geotecnica e geologia, per lo studio del versante e per la ricostruzione della dinamica del fenomeno franoso.
Gli indagati sono Calogero Foti, dirigente generale del Dipartimento regionale di Protezione civile, Calogero Lanza, ex sindaco del Comune di Caltavuturo, Mariano Sireci, responsabile di Protezione civile del Comune di Caltavuturo, Salvatore Muscarella e Giuseppe Siragusa, entrambi dipendenti Anas e preposti alla vigilanza sul viadotto. Tutti, secondo la ricostruzione dei fatti, pur essendo a conoscenza dell'evoluzione del corpo di frana che si era manifestata, nel periodo tra marzo ed aprile del 2015, sul versante prospiciente l'autostrada Palermo-Catania ricadente nel territorio del Comune di Caltavuturo, non avrebbero adottato i provvedimenti dovuti, ognuno in relazione alle specifiche competenze. Inoltre, per cause indipendenti fra loro e nelle rispettive qualita', pur essendo a conoscenza delle gravi condizioni di dissesto del versante prospiciente la A19, "con le proprie condotte omissive" avrebbero posto in pericolo la sicurezza dei pubblici trasporti.