Boss di 'Ndrangheta: "Lo Stato sono Io",118 arresti nel Reggino
"Lo Stato sono io": a pronunciare la frase del re Sole, Luigi XIV, e' stato un boss della 'ndrangheta, in una chiara sfida alle istituzioni. A intercettarla sono stati i Carabinieri del Ros, nell'ambito della maxi-operazione "Mandamento Ionico" che stamane ha portato al fermo di 116 persone e a inferto un colpo al cuore della mafia calabrese tra Reggio e la Locride.
La registrazione del colloquio diffusa stamane dagli inquirenti sintetizza la sicurezza degli uomini delle 'ndrine, capaci di inserire le loro pedine negli appalti pubblici, tanto da inquinare anche quello per il nuovo tribunale di Locri. Nel mirino della Dda di Reggio Calabria le "famiglie" del mandamento ionico, "il cuore pulsante" capace di governare quella holding che la mafia calabrese e' diventata negli anni, come sottolineato dal generale Giuseppe Governale. Da Reggio e dalla Locride le famiglie storiche della 'ndrangheta controllano il territorio calabrese ma dominano anche le loro proiezioni internazionali. Dai centri del versante ionico reggino e dell'Aspromonte, presi d'assedio stamane da oltre 1.000 uomini dell'Arma, partono gli ordini per gli affiliati del nord Italia e per quelli residenti all'estero.
I tentacoli della piovra si sono allungati nel mondo, ma e' alla "Provincia", organismo di vertice delle 'ndrine, che tutti devono rendere conto. Dalle 2.000 pagine dell'inchiesta emergono ruoli e gerarchie. Quelle gia' note, come i tre "mandamenti" in cui la provincia di Reggio e' tradizionalmente divisa, a quelle finora inedite negli atti delle inchieste, come la "Corona" e la "Sacra Corona", organismi intermedi fra i clan autonomi e la "testa" del mostro. Ma negli atti sono scritti anche nomi, come quello di Giuseppe Pelle, mediatore delle contese e arbitro delle rivalita' tra i capi clan.
In Calabria non si muove foglia che la 'ndrangheta non voglia. Le intercettazioni evidenziano una "sistematica pressione estorsiva", costituita dalla pretesa del 10% del valore delle opere e dall'assoggettamento dei Comuni alle regole delle cosche, capaci di aggirare le regole antimafia con il sistema dei subappalti. "Sono stati colpiti i vertici di tutte le famiglie piu' importanti, tutti i vertici delle famiglie della 'ndrangheta del mandamento ionico. Non abbiamo manovalanza", ha detto il procuratore capo di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho.
"Questi risultati - ha commentato il ministro dell'Interno, Marco Minniti - dimostrano ancora una volta lo straordinario impegno che forze dell'ordine e magistratura mettono in campo quotidianamente per contrastare ogni forma di criminalita' sul nostro territorio". Per Rosy Bindi, presidente della commissione antimafia, l'operazione "e' anche una smentita con i fatti della presunta impunita' dei mafiosi e la loro pretesa di sostituirsi allo Stato".