Pedofilia, in Australia incriminato il cardinale Pell
E' stato incriminato per gravi reati sessuali su minori il cardinale australiano George Pell, ex arcivescovo di Melbourne e poi di Sydney e dal 2014 prefetto degli Affari economici del Vaticano. Lo ha reso noto la polizia australiana. "Il cardinale Pell deve fronteggiare diverse accuse e contestazioni multiple", ha riferito durante una conferenza stampa il vice commissario di polizia dello Stato australiano di Victoria, Shane Patton, precisando che nell'inchiesta sono state seguite le stesse procedure che vengono adottate nei casi di reati sessuali storici e che il cardinale "e' stato trattato come ogni altro indagato". L'alto prelato 76enne e' stato chiamato a comparire in tribunale a Melbourne il prossimo 18 luglio. Secondo indiscrezioni di stampa, tra le accuse vi sarebbe anche quella di stupro.
Lo scorso ottobre la polizia australiana era stata a Roma per interrogare Pell in seguito a denunce di molestie che sarebbero avvenute a partire dagli anni Settanta, quando era un semplice sacerdote a Ballarat, sua citta' natale, e andate avanti fino a quando e' diventato arcivescovo di Melbourne. Pell ha ripetutamente respinto le accuse. "Vorrei ribadire la mia innocenza", ha detto il mese scorso quando la polizia australiana comunicato che rischiava l'incriminazione. L'arcidiocesi di Sydney nella notte ha fatto sapere che Pell tornera' in Australia per difendersi "strenuamente". Nel 2013 Pell era stato indicato da Papa Francesco tra gli otto cardinali scelti come consiglieri per modernizzare la chiesa cattolica. E' il piu' alto rappresentante Vaticano mai coinvolto in un'inchiesta per reati sessuali.
L'ALTO PRELATO: MI DIFENDERO' STRENUAMENTE
Si dichiara innocente e annuncia che si difendera' "strenuamente" dalle accuse il cardinale australiano George Pell, incriminato per pedofilia. Pell, prefetto degli Affari economici della Santa Sede, "tornera' in Australia il prima possibile per riabilitare il suo nome...ed e' ansioso di comparire in tribunale per difendersi strenuamente dalle accuse", si legge in un comunicato diffuso nella notte dall'arcidiocesi di Sydney. La notifica dell'incriminazione e' stata consegnata dalla polizia dello stato australiano di Victoria ai rappresentanti legali di Pell a Melbourne dove e' stato chiamato a comparire in tribunale il prossimo 18 luglio. L'Australia ha un trattato di estradizione con l'Italia ma non con il Vaticano. Questa mattina alle 8.30 nella sala stampa vaticana e' prevista una dichiarazione di Pell.
"Si informano i giornalisti che il cardinale George Pell verra' questa mattina in Sala Stampa alle 8,30 per fare una dichiarazione", questa la scarna comunicazione diffusa alle 4,30 di questa notte dalla Sala Stampa della Santa Sede tramite un Allert. Gia' l'orario da' conto della gravita' del momento.
Secondo il Sydney Morning Herald online, i reati contestati sono almeno tre, uno dei quali riguarderebbe uno stupro.
Sulla base delle accuse formulate, Pell avrebbe avuto comportamenti molesti e "poco appropriati" nei confronti di due ragazzini all'interno degli spogliatoi di una piscina frequentata dai giovani di una parrocchia della sua diocesi. Oggi le vittime quarantenni intervistate dalla tv australiana hanno raccontato, a distanza di decenni, come quell'episodio custodito nel silenzio sia stato un macigno, un trauma, un passaggio negativo e angosciante del loro percorso evolutivo. Alcuni mesi fa i funzionari di polizia del distretto australiano di Victoria sono arrivati apposta a Roma per avere un colloquio con il cardinale.
Nel comunicato diffuso nella notte, Pell ha respinto con estrema decisione le accuse: "Non ho mai commesso sevizie sessuali su minori", ha ribadito, confermando l'intenzione di recarsi in Australia per l'udienza del tribunale, il prossimo 18 luglio, con l'intenzione "di difendere strenuamente la mia innocenza". In analoghe situazioni, pero', le condizioni di salute di Pell imposero di farlo testimoniare da Roma in teleconferenza. Il porporato ha fatto sapere che ha bisogno del nullaosta del suo medico per il viaggio, e ha aggiunto: "nullaosta che ho immediatamente richiesto".
IL CARDINALE TORNA IN AUSTRALIA
Il cardinale Pell tornera' in Australia per potersi difendere. Il Papa gli ha concesso un periodo di aspettativa. La Santa Sede esprime rispetto per la giustizia australiana.
"La Santa Sede ha appreso con rincrescimento la notizia del rinvio a giudizio in Australia del cardinale George Pell per imputazioni riferibili a fatti accaduti alcuni decenni orsono". Lo ha affermato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Greg Burke. "Messo al corrente del provvedimento, il cardinale Pell, nel pieno rispetto delle leggi civili e riconoscendo l'importanza della propria partecipazione affinche' il processo possa svolgersi in modo giusto e favorire cosi' la ricerca della verita', ha deciso di far ritorno nel suo Paese per affrontare le accuse che gli sono state mosse".